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I racconti di Marco, la famiglia Ricci di via Corvina

Marco Manoni ricorda le famiglie che vivevano a Lucrezia negli anni '40 e '50. In un immaginario itinerario ci racconta le storie dei vari componenti

marco manoniLUCREZIA – Continuo a raccontare di via Corvina. Una spanna più giù dei Rossi, abitava la famiglia dei Ricci, con il diminutivo Ricc.

La famiglia era composta dall’anziano padre Giuseppe, vedovo da tempo, e siccome era un uomo robusto e forzuto tutti lo chiamavano Peppon.

Con lui in famiglia c’era anche l’unico figlio Turizio, non so perché tutti lo chiamassero Doro. Ricordo che sposò una dolce giovinetta di nome Anna, di mestiere faceva la sartina e veniva dal comune di Fano. La ricordo quando andava a fare la spesa nella bottega di Renato e Stella, portava sul grembiule tanti aghi e tanti fili da cucire, caratteristica di tutte le sarte.

Turizio faceva il mediatore di bovini, aveva una forbita parlantina e bazzicava tutti i mercati della zona. Allora al mediatore serviva tanto fiuto, doveva essere un attento osservatore in grado di mettere d’accordo i contraenti fino ad arrivare alla stretta di mano che valeva come un contratto e a lui spettava la sua parcella.

Intorno agli anni ’50 Doro acquistò una piccola moto della casa Guzzi chiamata Guzzino e per lui fu un grande sollievo perché fino ad allora aveva dovuto pedalare in sella alla sua vecchia bici.

I mercati nella nostra zona erano: lunedì a Fossombrone, giovedì a Orciano, venerdì a Saltara e sabato a Fano. Per questo durante l’anno percorreva tanti chilometri ma con la sua moto niente lo fermava, nemmeno il vento ed il freddo dell’inverno.

Dal matrimonio di Turizio e Anna nacquero due figlioli: Assunta e Peppino. La prima aveva la mia età, era molto amica delle mie sorelle e trascorremmo l’adolescenza prima e la gioventù poi nel segno dell’amicizia e della spensieratezza. Che bei ricordi!

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