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I ricordi di Marco, una stella del calcio nella famiglia Perlin

Continua il racconto a puntate di Marco Manoni sulla Lucrezia degli anni '40 e '50.

marco manoniLUCREZIA – Continuo a scendere la via Flaminia. Nello stesso edificio di Giuseppe Ciacci, abitava Dino Ambrosini, soprannominato Dino de Perlin. Aveva preso in sposa Tina, figlia di Giuseppe di cui ho parlato la scorsa volta.

Dino e Tina mettono al mondo quattro figli: Guerrino, Anna Maria, Lauretana e Rosa Rita. Ricordo Dino una figura dall’aspetto fine e intelligente. Si era laureato in lettere e insegnava nella città di Fano. Tutti lo chiamavano professore, credo che allora a Lucrezia fosse l’unico ad avere una laurea.

In mezzo ai contadini e ai casanolanti riusciva facilmente ad emergere, ma non approfittava della sua posizione di persona istruita e anche lui bazzicava l’osteria dla Iole de Sanchion.

Sua moglie Tina aveva forse un diploma ma dedicò il suo tempo a far crescere i loro figlioli.

Ho avuto un buon rapporto di amicizia con il loro figlio Guerrino mentre le altre figlie lo ho conosciute solo di vista. Guerrino erano soprannominato da tutti Piccio. Era un ragazzo intelligente, si laureò in farmacia, incontrò una splendida ragazza, si sposarono ed andarono a vivere a Pesaro.

So che ebbero dei figli, ma non so dire bene quanti. Di certo so che ebbe un figlio maschio (Massimo Ambrosini) che sarebbe diventato calciatore e sarebbe entrato a giocare nella nazionale italiana. E’ diventato un idolo per tutti gli italiani ma in particolare da noi lucreziani è adorato come un santo.

Questo è quanto ricordo della famiglia Ambrosini, soprannominata Perlin, in cui è nato un campione di calcio amato dagli italiani e che ha reso orgogliosi tutti noi lucreziani ogni volta che assistevamo ad un sua partita.

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