Il Metauro
notizie dalla valle del Metauro

Omaggio a Paolo Volponi con “Le Mosche del capitale”

Al teatro Sanzio di Urbino, lettura teatrale e musicale del testo di Paolo Volponi nell'anno dedciato alle sue celebrazioni.

mosche del capitale volponiURBINO – Venerdì 3 Maggio alle ore 21 al Teatro Sanzio di Urbino lettura teatrale e musicale del testo di Paolo Volponi “Le mosche del capitale”.

Mise en espace, drammaturgia e produzione a cura della Scuola di Scenografia dell’ Accademia di Belle Arti di Urbino e ideata da Massimo Puliani con Neri Marcoré e con il Gagliano String Quartet che eseguirà una selezione dal Don Giovanni di W. A. Mozart

Partecipano: Marco Florio e gli studenti: Emma Bassetti, Aurora Bulla, Margherita Congiu, Sofia Di Rosolini Maria Pia Giandomenico, Kangning Li, Laura Malerba, Jacopo Morellato, Susanna Musco Micaela Nasuti, Teresa Petrillo, Isabella Vicini, Victor Letemplier.

Luci e audio: Annalisa Carrara, Danilo Coppola, Lisa Leone, Matilde Orsini

Immagini: Annalisa Carrara, Margherita Congiu, Giorgia Ionica, Laura Malerba, Susanna Musco, Isabella Vicini. Con la collaborazione dei docenti della Scuola di Scenografia

“Ne Le mosche del capitale, pubblicato nel 1989 ma cominciato a scrivere negli anni Settanta, il mondo della fabbrica è visto da Paolo Volponi con gli occhi di un giovane dirigente Bruto Saraccini (che potrebbe essere l’autore stesso) pieno di sogni di innovazione e di cambiamento, che alla fine rinuncia a quella esperienza.

Anche l’azienda nella quale lavora è allegoricamente l’ Olivetti, assurta a parabola di una delle fabbriche della grande industria italiana che aveva 70 mila dipendenti ed è stata chiusa nel 2012 (chi non ricorda la leggendaria macchine da scrivere Lettera 32 e i primi calcolatori progenitori dei computer).

Saraccini, il protagonista del romanzo, nell’incontro con Nasàpeti, il presidente dell’azienda, parlando di capitalismo fa un’analogia del rapporto che Mozart aveva con suo padre. Ritiene che una società moderna possa essere umanistica e funzionare in modo organico, ma si scontra sia con la motivazione del profitto che con la natura umana, che include guerre per il territorio e lotte per il potere.

Per Saraccini il funzionamento dell’azienda è come il comportamento del padre di Mozart, considerato come quei ” promotori organizzatori persecutori e consolatori, con la stessa presunzione di guidare e proteggere, di scegliere e d’insegnare, di decidere cosa è bene e cosa è male”.

“Ne Le mosche del capitale, la decadenza morale del capitalismo italiano viene raccontata attraverso i cambiamenti di persone e procedure avvenuti in Olivetti dopo la scomparsa di Adriano; una realtà che Paolo Volponi conosceva bene, avendoci appunto lavorato con ruoli importanti. Una realtà verso cui il giudizio di condanna è chiarissimo e uniforme, mentre i toni di questa condanna cambiano continuamente, passando dal sarcastico al malinconico e viceversa” (Massimo Raffaeli).

La mise en espace e la drammaturgia a cura della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, che annualmente propone performance teatrali di grande impatto visivo, vuol cogliere sia la contestualità dell’ambiente quasi onirico su cui si svolge il dialogo fra i protagonisti volponiani e dall’altro il clima politico sociale del racconto su cui arrivano gli echi e i sussulti dei manifestanti degli anni Settanti e la condizione di vita degli operai nelle fabbriche”.

L’ingresso è libero.

altri articoli