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I ricordi di Marco, la famiglia Ciacci detta “Baccarini”

Continua il racconto di Marco Manoni sulla Lucrezia degli anni '40 e '50. La famiglia di Ciacci Isidoro, il miracolo economico e le prove in go-kart lungo viale della Stazione

marco manoniLUCREZIA – Riprendiamo il viaggio nella memoria di Marco Manoni tra le famiglie che abitavano Lucrezia negli anni ’40 e ’50.

Continuo a raccontare le famiglie che abitavano a Lucrezia lungo la strada Flaminia, sul lato destro verso Fano. Dopo l’abitazione di Pantan e Santin, troviamo l’abitazione di Ciacci Isidoro e della sua famiglia, anche lui aveva un soprannome: Baccarini.

Isidoro era sposato con Luigia, insieme avevano tre figli: Virginio, Gottardo e Lina. Il papà di Isidoro faceva parte di una grande famiglia che abitava sulla collina occupata ora dal quartiere dei Viali.

La famiglia era così numerosa che contava ben 24 persone. Negli anni ’50, appena l’economia iniziò a crescere, Isidoro fu tra i primi a costruire la propria casa con i risparmi che gli immigrati mandavano per contribuire al mantenimento delle loro famiglie.

Insieme a Virginio e Gottardo acquistarono un camion dodge, residuato bellico americano, con il quale trasportavano sabbia e altro materiale che serviva proprio per le costruzioni.

Dopo un po’ di tempo, quando l’economia iniziò a girare tanto da portare al miracolo economico, Isidoro e i due figlioli acquistarono un autotreno con autobotte e iniziarono a lavorare nel settore dei petroli.

Il loro datore di lavoro era la Berloni Petroli: rifornivano i distributori di un vasto territorio che comprendeva parte dell’Emilia Romagna, delle Marche e dell’Abruzzo. Questo permise alla famiglia di fare un salto di qualità dal punto di vista economico e sociale.

Intanto Virginio e Gottardo si fidanzarono, il primo con una bella, dolce e simpatica giovane di nome Edera con la quale più tardi convolò a nozze. Gottardo si fidanzò invece con Rina, dolce e carina, la quale era insegnante alle scuole elementari. Anche loro si unirono ben presto in matrimonio.

L’altra figlia Lina era il simbolo della modernità. Oltre ad essere una bella ragazza era anche avanti rispetto ai tempi: la ricordo quando passava lungo la via Flaminia in sella alla sua moto. Era il sogno di tutti i giovani di Lucrezia!

Infine voglio raccontare un aneddoto che riguarda Isidoro. Era un appassionato di motori. Appena misero in commercio i go-kart lui ne acquistò uno e prima di qualche gara si allenava lungo il viale della Stazione.

Noi giovincelli correvamo per godere di quel rombo che veniva da un piccolo mezzo da corsa: era davvero musica per le nostre orecchie che entrava nella nostra mente e nei nostri cuori!

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