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Discarica di Riceci, Sinistra per Urbino: “No al ricatto, sì al lavoro, alla salute e all’ambiente”

La nota di Sinistra per Urbino. Quando il padrone o chi per lui trova inciampi di natura ambientale e/o di tutela della salute dei dipendenti e della comunità circostante, spuntano la minaccia e il ricatto per il posto di lavoro.

discarica riceci assemblea pubblicaURBINO – “Ha suscitato un certo scalpore la lettera redatta da qualche impiegato di Marche MultiServizi, che conta 610 dipendenti, poi condivisa da circa 400 persone.

Interessante che nella corrispondenza giornalistica successiva, tranne l’estensore della lettera, i dipendenti intervistati preferiscano rimanere nell’anonimato ed esprimere preoccupazione e disagio per la mancanza di trasparenza da parte dell’azienda.

Evidentemente il problema della pubblicità degli atti è un tema molto sentito non soltanto dai cittadini che protestano contro la discarica a Riceci ma anche dai dipendenti.

Sinistra x Urbino comprende la preoccupazione dei lavoratori, tuttavia li invitiamo a non separare la questione sociale dalla questione ambientale.

E’ ormai un gioco consolidato quello di aziende che trovando ostacoli di varia natura nell’attuazione dei loro piani industriali si prodigano in dichiarazioni da cui i lavoratori traggono poi minacce per il loro posto di lavoro.

Quando il padrone o chi per lui trova inciampi di natura ambientale e/o di tutela della salute dei dipendenti e della comunità circostante, spuntano la minaccia e il ricatto per il posto di lavoro. Non è la prima volta: ricordiamo i casi della TyssenKrupp, della Montedison di Marghera, dell’Ilva di Taranto, dell’Eternit a Monferrato, ecc.

Ma anche Urbino ha conosciuto nel recente passato il suo caso, quando di fronte alle perplessità dell’allargamento del suo magazzino alle porte della città, i lavoratori della Benelli Armi, preoccupati da voci fatte circolare ad arte sulla tenuta occupazionale, si sono precipitati con volantini nella Sala del Consiglio Comunale per premere perché i desiderata aziendali fossero accolti dai consiglieri riuniti.

Prosegue così la processione di politici e cariche pubbliche a ringraziare perchè Urbino mantenga il suo monstrum ambientale, alla faccia dell’Unesco, della Pace Universale, delle guerre nel mondo, delle parole del Papa contro i mercanti di morte e dell’impatto ambientale a qualche centinaia di metri dalla la culla del Rinascimento.

Bisogna respingere la logica che permette al padronato di fare e disfare ciò che più gli aggrada. Esistono norme, la salute da salvaguardare, l’ambiente da difendere in un mondo sempre più compromesso dai cambiamenti climatici.

Il lavoro è un’esigenza essenziale che va pretesa e difesa ma non al prezzo di perdere e pregiudicare la vita, il lavoro è necessario per vivere, ma non per compromettere la vita.

La vita, la salute, l’ambiente non vanno separate dalla lotta per il lavoro e per la sua difesa. Guai a separarli privilegiandone uno a scapito dell’altro. La vita è legata non solo al lavoro, ma anche alla disponibilità di verde a disposizione per ciascuno, al tasso di inquinamento dell’aria che respiriamo e dei corsi di quell’acqua tanto essenziale da comporre il 60% del corpo umano.

Su questo tema chiamiamo a una riflessione soprattutto la Cgil, affinché chiarisca la sua posizione – sinora piuttosto ambigua – e non commetta un errore gravissimo che non farebbe che stimolare nella cittadinanza nuovi atteggiamenti antisindacali dei quali nessuno sente il bisogno.

La programmata discarica di Riceci è in contrasto con la ricchezza culturale e ambientale dell’entroterra e di Urbino, che non vogliono diventare una permanente pattumiera dei rifiuti della Provincia, della Regione e provenienti da fuori Regione.

Per quanto riguarda la lettera dell’avv. di MMS, che riassume gli atti che hanno portato al progetto Discarica di Riceci, se questi atti fossero confermati, costringeranno i delegati del Cda di MMS e i delegati dei sindaci nell’Assemblea dei soci, a riflettere sul loro assenso o sulla loro distrazione al momento del voto.

Ciò riguarda anche il Comune di Urbino: dov’era il membro di Urbino nel Cda quando si sono prese queste decisioni? Dov’era il sindaco o il suo delegato all’assemblea dei soci di MMS? Chiediamo un’assunzione di responsabilità politica di fronte alla città prima della pubblicazione degli atti e che se ne traggano le dovute conseguenze.

Chiediamo trasparenza e la pubblicazione di tutti gli atti sul sito internet di MMS, chiediamo che il sig. Tiviroli si rassegni a ritirare il progetto discarica Riceci oppure si dimetta, perchè ha l’opposizione di tutti: cittadini, Provincia, consigli e Giunte Comunali, soci di maggioranza dell’azienda.

L’ostinarsi in un progetto che la comunità ha già bocciato, come testimonia anche la manifestazione svoltasi venerdì scorso nel sito della futura discarica di Riceci, può solo allontanare quell’azienda, – che dichiara la “vicinanza al territorio”, “la tutela del territorio una ricchezza da salvaguardare”, – dai cittadini che sono residenti, lavoratori, contadini e bioagricoltori, operatori di strutture turistiche, commercianti, imprenditori, tutti danneggiati da questo nuovo mostro ambientale.

L’economia circolare impone una raccolta differenziata intensiva ed un efficiente riciclo per arrivare con oltre il 90% della differenziata vicino al “Zero Rifiuti”. Non si devono importare rifiuti da fuori provincia.

Rifiuti e servizio idrico integrato devono essere gestiti da un’azienda pubblica controllata dalla Comunità Locale.

No, la discarica di Riceci non deve passare. Riceci deve essere il primo passo per sconfiggere la gestione verticistica e antidemocratica di MMS, invertire la privatizzazione dei servizi pubblici e restituire ai cittadini la proprietà e il controllo dei Beni Comuni; cominciando a elaborare nella nostra città un modello di sviluppo alternativo a quello poco rispettoso del territorio e dell’ambiente che ha caratterizzato anche l’esperienza della Giunta Gambini”.

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