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Trasferimento reparti da Pesaro, Biancani conferma il presidio davanti al San Salvatore

Sembrerebbe rientrata l'ipotesi del trasferimento di alcuni reparti da Pesaro a Fano in vista della realizzazione del nuovo ospedale di Muraglia.

Biancani AulaPESARO – “Retromarcia del Centro destra sul trasferimento di Pediatria, la manifestazione di sabato resta confermata”.

Lo ribadisce il Vicepresidente del Consiglio regionale, Andrea Biancani (Pd), riferendosi al presidio in programma sabato 26 agosto all’ingresso dell’ospedale San Salvatore, per protestare contro il paventato trasferimento del reparto di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia da Pesaro a Fano.

“Il dietro front del Centro destra, con le dichiarazioni delle ultime ore – afferma Biancani – non è altro che la prova di quanto la sanità venga gestita in modo superficiale e approssimativo. Se la notizia dell’imminente trasferimento non si fosse diffusa, grazie anche al mio interessamento, probabilmente tutto sarebbe proceduto senza rumore.

Adesso, dopo la mobilitazione dei consiglieri comunali della maggioranza di centro sinistra di Pesaro, dei cittadini, delle mamme e degli operatori sanitari, fioccano le rassicurazioni sulla tutela del Dipartimento Materno Infantile”.

“E’ incomprensibile come in assenza di un progetto, di risorse definite e quindi di una possibile e reale data di inizio lavori per la realizzazione del nuovo ospedale, si sia voluto accelerare quanto stabilito dall’accordo dell’ottobre del 2022, procedendo in fretta e furia allo scardinamento dei servizi. L’eventuale trasferimento è solo uno degli ultimi passaggi prima dell’inizio dei lavori e non può prescindere da una definizione puntuale degli spazi necessari.

E’ paradossale, se non ridicolo, che la colpa di quanto stia avvenendo venga attribuita dagli esponenti del Centro destra all’imposizione di Muraglia come sito del futuro ospedale da parte del sindaco Ricci.

Ricordo che la competenza dell’edilizia sanitaria è della Regione e che la sede di Muraglia è stata confermata dall’attuale governo regionale, dopo aver recepito il parere di una commissione tecnica, nominata dal Presidente Acquaroli.

Aggiungo che in quella commissione sono stati nominati gli stessi tecnici già scelti nella precedente amministrazione regionale e che avevano già individuato Muraglia come sito ottimale.

Se ci fosse stata una volontà chiara e soprattutto il coraggio di assumersi la responsabilità di scegliere, la Regione non avrebbe delegato la decisione sulla sede agli stessi tecnici.

E’ stata chiaramente una strategia per non assumersi l’onere di una scelta. Diversamente, per altre strutture sanitarie, ospedali o presidi territoriali, la Regione si è espressa senza istituire commissioni tecniche”.

“Ribadisco, quindi, che il trasferimento dei reparti e dei servizi va eventualmente fatto solo quando ci saranno dei punti fermi sulla costruzione del nuovo ospedale, e solo nel caso che non ci siano alcune alternative possibili.

Se non c’è un progetto, non sappiamo quali spazi serviranno, quali edifici esattamente andranno demoliti o convertiti. Perché allora questa fretta nel trasloco?

Stesso discorso per i servizi legati alla salute mentale. Anche su quel fronte la mia battaglia no arretra di un centimetro. La prospettiva di ricorrere ad una serie di locali in affitto dispersi tra Pesaro e Comuni limitrofi è senza criterio, e aggiungo senza umanità.

Significa peggiorare enormemente la vita di questi pazienti, spesso senza voce, ma con gli stessi diritti, delle loro famiglie e degli operatori che si prendono cura di loro, costantemente sotto organico”.

“Il nostro impegno per tutelare i reparti di Pediatria, Ginecologia e Ostetricia, insieme a quello di Psichiatria e ai relativi servizi – conclude Biancani – è coerente con le nostre critiche al Piano socio-sanitario approvato due settimane fa, nel quale è stato ribadito il mantenimento di tutto e dappertutto, dalla costa all’entroterra, senza alcun criterio di sostenibilità economica e di appropriatezza, senza fare i conti con la carenza di personale e con la fuga dei medici”.

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