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Rifondazione: “Sul pozzo di Sant’Anna è il momento di fare chiarezza”

La Lista Uniti per Fossombrone sollecita chiarimenti alla Giunta Berloni sulla questione delle captazioni del pozzo di Sant'Anna del Furlo.

fossombrone centro commerciale cnaFOSSOMBRONE – “Sul tema dell’acqua la lista “Berloni sindaco” nel suo programma elettorale non aveva scritto niente. Sul pozzo profondo di S. Anna del Furlo nel consiglio comunale del 22 dicembre e in seguito nella stampa si è sviluppato un forte dibattito, ma ancora non se ne conoscono i risultati dato che né il sindaco né il suo vice-sindaco hanno sentito il dovere di farceli sapere”.

Il circolo di Fossombrone di Rifondazione Comunista e la lista Uniti per Fossombrone intervengono sul tema acqua e sulla decisione di immettere in maniera definitiva le acque del pozzo di S. Anna nella rete idrica.

IL RESCONTO DEI FATTI

“Ci si permetta perciò un brevissimo riassunto dei fatti. Sindaco e vice-sindaco hanno giustificato la loro assenza dalla riunione dell’Ato, svoltasi al mattino sul problema dell’acqua, sia con l’invito a partecipare ricevuto su whatsapp, sia con la necessità di approfondire la questione della controversia giudiziaria – di un milione e mezzo di euro – col proprietario del terreno dove è stato scavato il pozzo.

Qualche giorno dopo il vice-sindaco ha sferrato un grosso attacco, ritenendoli responsabili della controversia e del danno finanziario, contro la precedente giunta grillina e l’ex-sindaco Bonci.

Questi ha pacatamente risposto dimostrando che egli non aveva alcuna responsabilità sulla lite in corso. A tutt’oggi non abbiamo letto alcuna smentita da parte di Chiarabilli.

LE DOMANDE

A questo punto, a distanza di un mese da quel consiglio comunale i cittadini hanno diritto di sapere come stanno i fatti dato che avevano preso l’impegno di un incontro urgente con l’Ato. A questo punto alcune riflessioni sorgono spontanee.

1 – Ma la riunione dell’Ato del 22 dicembre è stata convocata solo su whatsapp o anche su altri canali? In questo caso la mancata partecipazione non avrebbe proprio alcuna giustificazione.

2 – L’autorizzazione a fare il sondaggio a S. Anna è stata rilasciata dal Comune di Fossombrone, come asserisce il vice-sindaco, o da altri enti, come sostenuto dall’ex-sindaco, e in caso quali?

3 – La causa con il privato riguarda il nostro Comune, altri enti o entrambi? Inoltre ci si chiede a che stadio sia la controversia.

4 – Il vice-Sindaco Chiarabilli, che dall’opposizione parlava molto, ha dimostrato di non conoscere niente su tale argomento, specie sul pozzo di S. Anna, anche se qualche giorno dopo ha scritto: “l’Aato e Marche Multiservizi portano via gratuitamente da Fossombrone l’acqua”, quindi lui e il sindaco avrebbero dovuto intervenire con fermezza il 22 dicembre sull’argomento in sede di Aato. Invece niente, silenzio assoluto!

Non hanno partecipato all’assemblea dell’Aato, non hanno seguito il dibattito, però hanno votato a favore della risoluzione finale che, fra l’altro, prevede di incaricare dei progettisti per studiare la fattibilità della mega-diga dell’alto Candigliano contestata da molti.

GLI INTERESSI SULL’ACQUA E LE QUESTIONI POZZI DI S.ANNA E DEL BURANO

Sappiamo che tale progetto è sostenuto dal dott. Tiviroli, amministratore delegato di Marche Multi Servizi, società che ha per presidente da sempre un piddino, e il vice-sindaco è segretario del PD. Il voto favorevole era un ordine di scuderia? Difficile negarlo!

Eppure una delle decisioni dell’Ato è stata quella di utilizzare l’acqua del pozzo profondo di S. Anna – contro il quale ha tuonato Chiarabilli – e del Burano non per tamponare le situazioni di crisi estiva, ma immettendola per sempre, e tutto ciò per assicurare a Pesaro l’acqua anche in estate.

Il pozzo del Burano è stato oggetto di uno studio durato diversi anni (e che adesso, guarda caso, sembra irrintracciabile), così si sono già mossi per recuperarlo e saperne di più sulle conseguenze.

Il voto del sindaco a favore di tale decisione in nome di Fossombrone è sbagliato perché prima di immetterla per sempre in rete è necessario avere fatto uno studio approfondito sulle conseguenze che potrebbe causare all’acquifero, comprese le nostre captazioni di San Gervasio e Bellaguardia.

Per l’altro pozzo è stato fatto perché gli amministratori lo pretesero. Ora l’attuale giunta cosa è riuscita – per usare le parole di Chiarabilli – a “portare a casa”?”

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