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“Quando tutti dicevano bisogna chiudere i piccoli ospedali”

La riflessione di Antonio Baldelli, segretario provinciale di Fratelli d'Italia

baldelli antonio regionaliPERGOLA – A seguito dell’emergenza covid-19, è nato un acceso dibattito sulla chiusura e il depotenziamento dei piccoli ospedali.

Sul tema interviene il segretario provinciale di Fratelli d’Italia Antonio Baldelli, da sempre in prima linea nel contrastare la decisione della regione di chiudere o depotenziare i piccoli ospedali.

“La pesante esperienza Coronavirus, ci sta facendo riflettere su alcuni degli errori compiuti nelle Marche in materia di organizzazione sanitaria.

Errori irresponsabilmente ripetuti anche nell’ultimo piano sanitario regionale, approvato solo qualche settimana fa. Tra i più gravi compiuti vi è lo smantellamento di ospedali in tutto il territorio regionale.

Sono 13 le strutture chiuse e molte altre quelle smantellate, ad iniziare dai presidi ospedalieri di Pergola e Fano, proseguendo con quelli di Senigallia, Fabriano e Jesi, sino ad arrivare nel maceratese e nell’ascolano.

Per questo è necessario, già nell’immediato, modificare l’attuale piano sanitario prima che sia troppo tardi, ossia prima che l’attuale piano entri a regime con l’avvio delle gare per la costruzione degli ospedali provinciali, ad iniziare dall’ospedale unico di Muraglia.

È questo il momento di correggere gli errori, di potenziare gli ospedali smantellati, di riaprire quelli chiusi in questi anni dal governatore Ceriscioli”.

Prosegue Baldelli: “Oggetto di riflessione siano anche le parole del giornalista Luca Telese pronunciate proprio in questi giorni in una trasmissione televisiva: “Sembra che abbiamo sbagliato le priorità.

Dove eravamo quando tutti dicevano bisogna chiudere tutti i piccoli ospedali perché sono uno spreco. perché non possiamo sostenerli. Quei costi che allora sembravano dei costi sbagliati sarebbero oggi lungimiranti”.

Ecco perché vi confesso che spesse volte, quando in molti a livello regionale (insieme ai loro seguaci locali) sostenevano la chiusura dei piccoli ospedali o il loro depotenziamento, noi ci siamo sentiti soli mentre ci prodigavamo (insieme a pochi altri tra cui i comitati pro ospedali pubblici) nella difesa dei nostri piccoli ospedali.

Ci siamo sentiti soli quando tentavamo di far comprendere la necessità di combattere gli assurdi piani sanitari della regione.

Di fronte alla emergenza covid-19, in molti stanno oggi confluendo sulle nostre posizioni, accorgendosi dell’errore fatto.

Speriamo che questa presa di coscienza non si affievolisca una volta terminata l’emergenza sanitaria. È questo il momento di invertire la rotta!”

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