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Partito Democratico Marche, Morani: “Occorre spalancare porte e finestre e tornare a confrontarsi”

La deputata pesarese del PD chiede di evitare la "resturazione" e caldeggia congresso e primarie

alessia morani
Alessia Morani

PESARO – “Dobbiamo fare un congresso di rifondazione del partito democratico delle Marche e dobbiamo farlo aprendoci alle esperienze civiche, recuperando il rapporto con le parti sociali e riconquistando coloro che ci hanno lasciato per altre forze politiche“.

E’ quanto chiede Alessia Morani, deputata del Pd, in un post su Facebook, commentando un articolo apparso sul ‘Corriere Adriatico’ dal titolo “La battaglia sui resti del Pd”.

A 8 mesi dalla “più grande sconfitta elettorale che abbiamo riportato nelle Marche”, in mezzo a una “pandemia devastante” e a una “gravissima crisi economica”, con “la peggiore destra nazionale” al governo della Regione, sottolinea, “qualcuno dentro al Pd delle Marche pensa che la soluzione politica alternativa da proporre ai marchigiani sia quella della ‘restaurazione’ del quadro politico che ci ha portato fin qui” e che “la sonora bocciatura ricevuta dai marchigiani possa essere nascosta come polvere sotto il tappeto”.

“Nel Pd delle Marche – prosegue – c’è, invece, qualcuno che pensa che il partito debba fare altro e cioè debba spalancare porte e finestre e tornare a confrontarsi con la società marchigiana per comprendere davvero le ragioni per le quali le persone non ci hanno votato.

Da questo confronto deve emergere un nuovo progetto per le Marche che riguardi l’organizzazione della sanità, lo sviluppo ed i servizi per le aree interne, il rilancio dei nostri distretti manifatturieri, il completamento della ricostruzione delle aree del terremoto, la realizzazione delle infrastrutture strategiche stradali, ferroviarie e portuali, la valorizzazione dei luoghi della cultura e la ripartenza del turismo.

Serve, perciò, una fase di ricostruzione della fiducia nella nostra comunità politica che può essere fatta solo avendo l’umiltà del confronto e dell’apertura, uscendo dalle stanze chiuse del partito e dalle logiche di auto conservazione dei ruoli“.

“La soluzione che qualcuno paventa dell’elezione di un nuovo segretario dopo le dimissioni di Gostoli all’interno di una assemblea regionale eletta in un momento politico ormai distante anni luce e la cui composizione è peraltro molto incerta sarebbe un errore gravissimo” mentre quello che serve, conclude, sono “primarie aperte per la scelta del prossimo segretario e dei gruppi dirigenti del Pd“.

“Ciascuno di noi – conclude – deve dare il proprio contributo e deve essere pronto a scendere in campo. Non è più il tempo degli equilibrismi ma è il tempo del coraggio e della generosità”.

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