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Lettera aperta dei 5 Stelle a Sindaco e Consiglio su Progetto Rsa housing sociale e centro natatorio

lettera aperta al sindaco di Fano dai consiglieri 5 StelleFANO –  Una lettera aperta dei consiglieri del Movimento 5 Stelle indirizzata a sindaco, presidente del consiglio, assessori e consiglieri comunali.
Il tema è la criticità che i consiglieri hanno riscontrato nella delibera denominata “Progetto rsa- housing sociale-centro natatorio” che dovrebbe passare in consiglio comunale nelle sedute del 28 e 29 Giugno.

Ecco il testo della lettera:

“Con la presente desideriamo richiamare l’attenzione dei consiglieri comunali sulle molteplici criticità che contiene la proposta di deliberazione denominata PROGETTO RSA-HOUSING SOCIALE-CENTRO NATATORIO, al fine di favorire l’approfondimento delle valutazioni personali in merito alle responsabilità che l’approvazione della delibera comporta, al di là degli schieramenti e delle scelte politiche.

Nell’ambito della complessa operazione prospettata con la lettera di intenti del 23.12.2016 e con l’addendum del 15.06.2017, sottoscritti dal Sindaco, si richiede al Consiglio Comunale di assumersi la responsabilità della rinuncia al diritto reale d’uso ed al diritto di prelazione sulla vendita di cui è titolare sul centro residenziale per anziani “Don Paolo Tonucci” e di liberare il proprietario dell’immobile (Fondazione Carifano) dal divieto di cessione che sarebbe previsto dall’art. 4 del rogito notarile del 26.07.2007, relativo al contratto di permuta tra il terreno comunale dove sarebbe stato costruito il centro residenziale e il diritto d’uso trentennale a favore del Comune di Fano della costruenda struttura residenziale (atto richiamato nella proposta di delibera ma non allegato).

La rinuncia dei suddetti diritti, a suo tempo acquisiti da Comune a titolo oneroso, può comportare un danno erariale in capo al Comune di cui sarebbero responsabili anche i soggetti deliberanti, qualora tale rinuncia non fosse compensata da una contropartita economica di valore equivalente.

Tale contropartita è stata individuata, nei suddetti documenti di intesa, nell’asserito maggior valore del diritto d’uso della costruenda piscina rispetto al valore del terreno comunale offerto in permuta alla Fondazione Carifano, sul quale la suddetta piscina dovrebbe essere costruita, secondo quanto previsto nella collegata operazione “centro natatorio”.

Il tutto è sostenuto sulla base di due relazioni tecniche di stima redatte dall’agronomo Dott. Giancarlo Cecchini, allegate alla proposta di delibera, che individuerebbero “il più probabile valore” del diritto di usufrutto trentennale della costruenda piscina, nonché il valore del diritto d’uso (e di prelazione sulla vendita) della residenza per anziani Don Paolo Tonucci, cui il Comune va a rinunciare con la delibera in discussione, nel quadro di una complessa operazione definita di “pura permuta”.

Ora, senza entrare nel merito delle molto discutibili valutazioni prese come base per giustificare la convenienza economica per il Comune di questa operazione, valutazioni che si auspica saranno esaminate e discusse nelle commissioni consiliari competenti, si osserva che:

1) in assenza di perizie giurate provenienti da soggetti terzi (preferibilmente l’Agenzia del Demanio, o quantomeno un perito nominato dal Tribunale competente per territorio) riteniamo che non ci siano elementi sufficienti a dimostrare che l’operazione prospettata si configuri vantaggiosa per il Comune da un punto di vista meramente economico-patrimoniale, al di là di ogni considerazione di carattere politico sull’opportunità di affidare ai privati anche i servizi sociali rivoti a soggetti deboli come gli anziani a basso reddito. La stessa sentenza della Corte dei Conti, sez. controllo Campania, n. 205/2014, citata nella proposta di delibera, afferma l’esistenza di un obbligo in capo alle Amministrazioni di svolgere un “adeguata istruttoria”, onde evitare un “surrettizio depauperamento del patrimonio pubblico”. Valutare il diritto di usufrutto della costruenda piscina sulla base di una rendita del 3% come fosse un immobile commerciale di costo equivalente, o alla rendita vitalizia di una persona fisica, invece di riferirsi agli effettivi canoni di gestione relativi ad altre piscine affidate a terzi in Comuni simili a quello di Fano, o semplicemente a quelli relativi alla vecchia Dini Salvalai, costituisce un approccio quantomeno discutibile nel predisporre un “adeguata istruttoria”, che non garantisce che l’operazione possa intendersi come un operazione immobiliare a carattere puramente permutativo e quindi non rientrante nell’ambito di applicazione dell’art. 12, comma 1-ter, che pone precise condizioni all’acquisto di beni immobili e diritti reali immobiliari da parte degli Enti locali.

2) in assenza di valori dei diritti reali permutati certificati dall’Agenzia del Demanio, non si può neppure affermare con certezza che il valore relativo alla rinuncia dei diritti sulla Don Tonucci costituisca un contributo inferiore al 50% del costo dell’appalto per la costruzione della piscina, per cui la Fondazione, per la realizzazione del suddetto impianto, potrebbe essere soggetta alle regole di contrattualistica pubblica ai sensi dell’art. 1, comma 2, lettera a) del D.Lgs 50/2016 (Codice dei Contratti Pubblici).

3) il diritto reale di usufrutto sulla piscina che il Comune riceverebbe dalla Fondazione Carifano in cambio del terreno e della rinuncia dei diritti sulla Don Tonucci, sulla base degli accordi definiti nella lettera di intenti non è di 30 anni, come indicato nella proposta di delibera, ma è “per un numero di anni da determinare in base ad apposita perizia di stima e comunque non superiore a 30 anni”. Pertanto il quadro di sintesi dell’operazione permutativa allegato alla delibera riporta dati aleatori, oltre che nei discutibili valori delle stime, anche relativamente alla durata del suddetto diritto di usufrutto.

4) per ultimo, appare priva di fondamento l’affermazione, inserita nelle premesse della delibera, secondo la quale il canone d’uso relativo ai 20 posti di residenza Protetta che rimarrebbero al Comune (canone previsto nella lettera di intenti in 50.000 Euro l’anno a carico del Comune, oltre imposte, rivalutazione Istat, e la manutenzione dei relativi spazi) sarebbe compensato dall’accollo delle spese delle utenze da parte del futuro soggetto gestore della realizzanda RSA (Cooperativa Coos Marche). A ben vedere le spese per le utenze escono dalla porta del Comune, ma rientrano dalla finestra. Infatti, nell’addendum alla lettera di intenti, al punto c), si precisa che “il Comune di Fano, in sede di gara d’appalto per la gestione di tale servizio (gestione dei 20 posti) provvederà a garantire che il soggetto affidatario dello stesso rimborsi tali spese (utenze) integralmente al soggetto gestore (Cooperativa Coos Marche)”. È chiaro che ciò comporterà per il Comune un maggior costo del servizio (ovvero minor ribasso della gara d’appalto del servizio di gestione dei 20 posti) equivalente al costo delle utenze che oggi è direttamente sostenuto dal Comune.

Per i suddetti motivi, al di là di ogni considerazione di carattere politico, riteniamo che la proposta di delibera vada ritirata, e riproposta solo dopo idonea valutazione da parte dell’Agenzia del Demanio dei valori dei diritti reali scambiati con la permuta, e dopo essere stata discussa anche nelle commissioni consiliari competenti (terza commissione “servizi sociali, educativi e politiche giovanili” e sesta commissione “cultura sport e tempo libero, attività economiche e turismo”).”

Hadar Omiccioli, Marta Ruggeri, Giovanni Fontana

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