Il Metauro
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Fossombrone ricorda i suoi due giovani partigiani Piero e Duilio

Cerimonia di posa di una targa promossa da ANPI Valmetauro. La storia di questi due giovani partigiani

posa targa fossombroneFOSSOMBRONE – Lo scorso 26 agosto si è svolta la cerimonia della posa di una targa di dedicazione dell’area sportiva a Piero Marchionni e Duilio Policarpi Lorenzini, due giovani forsempronesi di 21 anni morti nella lotta contro il nazi-fascismo.

L’iniziativa è stata promossa dall’ANPI Valmetauro. Per l’occasione sono state raccontate le storie dei due giovani forsempronesi con notizie raccolte da varie fonti tra cui gli studi dello storico Renzo Savelli.

Nel  novembre 1943 una serie di giovani cominciano ad organizzarsi in tutta la provincia di Pesaro e Urbino per combattere la Repubblica di Salò e i tedeschi che la sostenevano.

Nel territorio forsempronese, per esempio, operavano tre distaccamenti di partigiani: il Metaurense, che insieme ad altri faceva parte della Brigata Garibaldi “Bruno Lugli”, il Balducci e il Toscano.

duilio policarpi lorenzini
Duilio Policarpi Lorenzini

Nel suo libro Renzo Savelli racconta che il distaccamento metaurense era comandato dal forsempronese Emilio Trappoli, classe 1918 e in questo documento vi è l’elenco di tutti i partigiani appartenenti al gruppo nel quale si possono trovare i due giovani: il vice comandante Duilio e Piero.

Il gruppo aveva la propria base operativa nel convento di Santa Vittoria nel comune di Fratterosa.

Le fonti raccontano che Piero Marchionni, figlio di Antonio Marchionni e Leonora Calzolari, è nato a Fossombrone il 22 novembre 1923, probabilmente nella zona della Cittadella.

Il 4 marzo 1944, proprio a Fratterosa, durante un sanguinoso scontro a fuoco fra un gruppo di fascisti e quattro partigiani, Piero, a soli 21 anni, rimase gravemente ferito dalle schegge di una bomba a mano. Nonostante le ferite e la rivoltella che gli si era inceppata continuò a difendersi corpo a corpo.

piero marchionni
Piero Marchionni

C’è ancora oggi chi ricorda, sulla base di racconti tramandati, sia il luogo esatto in cui Piero venne ferito e lasciato lì abbandonato per diverso tempo, sia chi sarebbe stata la presunta spia a tessere il tranello.

Si racconta infatti che Piero si stava recando in zona Lubachi per una riunione di partigiani, dove lui però non arrivò mai e che risultò peraltro mai indetta. Inoltre i documenti dicono ancora che Piero fu brutalmente seviziato dalla Guardia Nazionale repubblicana, venne ripetutamente percosso e ucciso brutalmente. Prima di morire però Piero fornì false informazioni sulle posizioni e sull’armamento dei suoi compagni, distogliendo così i fascisti dall’attacco ai patrioti.

In quel 4 marzo 1944, assieme a Piero, c’era anche un altro forsempronese Duilio, classe 1923, che, come capo squadra, si difese fino ad esaurire le munizioni rimanendo ferito gravemente al braccio destro.

Desideroso di contribuire fino all’ultimo contro la causa nazi-fascista, il 26 agosto 1944 si mise a capo di una parte delle truppe alleate per guidarle a Isola del Piano e da lì proseguire verso la linea gotica. Un colpo di mortaio lanciato dalle retroguardie tedesche lo colpì a morte prima di raggiungere la località Belloca-Montebianco.

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