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“Che fine ha fatto il piano di protezione civile di Cartoceto?”

La minoranza comunale interroga l'amministrazione sul piano aggiornato di protezione civile. L'ultimo piano risalirebbe al 2013.

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Ginaluca Longhi, capogruppo di minoranza del comune di Cartoceto

CARTOCETO – I cambiamenti climatici che stiamo vivendo aumentano le situazioni di rischio a cui le popolazioni sono sottoposte.

E’ pertanto necessario che le amministrazioni comunali si dotino di piani di protezione civile aggiornati in modo da poter istruire la popolazione in caso di calamità naturali.

A Cartoceto, nonostante un mozione votata in consiglio comunale nell’aprile 2021, ad oggi macherebbe un piano di protezione civile aggiornato. L’ultimo risalirebbe al 2013.

“Sono circa due anni e mezzo che attendiamo da questa amministrazione l’aggiornamento del piano di protezione civile comunale, risalente al 2013, e constatiamo che non solo non sia mai stato affidato l’incarico ma addirittura che questo sia scomparso dalla relativa sezione di “Amministrazione trasparente” del sito istituzionale” è quanto afferma il capogruppo di minoranza Gianluca Longhi.

“Infatti – continua Longhi – fu proprio in occasione del Consiglio comunale del 9 Aprile 2021 che la civica assise votò eccezionalmente all’unanimità una nostra mozione riguardante proprio tale proposta: la necessità venne sottolineata in un incontro, effettuato durante la campagna elettorale del 2019, con il gruppo comunale di Protezione Civile, durante il quale numerosi furono i dubbi circa la designazione dell’area di ammassamento nei pressi della zona sportiva nel quartiere Canada di Lucrezia, in quanto è d’obbligo il passaggio sopra il ponte sul Rio Secco.

Pertanto – conclude Longhi – considerata l’importanza e sebbene non sia una misura con un ampio peso elettorale, chiediamo di dare concretezza alla delibera di Consiglio comunale e invitiamo caldamente a seguire pratiche virtuose, come quella messa in campo dal Comune di Fano di segnalazione attraverso la cartellonistica delle aree di ammassamento, di attesa, di accoglienza e di raccolta del bestiame, e di adeguata informazione a favore della cittadinanza.

Invitiamo pubblicamente infine anche la Prefettura di Pesaro e Urbino a porre attenzione su tale problematica”.

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