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Biodigestore a Canavaccio, Paolini fa chiarezza

Conferma l'auspicio che Aset e Marche Multiservizi creino un'unica azienda di servizi provinciale.

tradegia_corinaldo_presidente_paoliniPESARO – “Non ho mai indicato Canavaccio come sede del biodigestore, ho solo riferito che nell’incontro da me convocato con i sindaci del territorio provinciale, quella localizzazione era emersa come la preferita per viabilità e vicinanza alle reti del metano.

Questo non preclude Fano, ma in attesa di avere una risposta dagli studi di fattibilità, Canavaccio era stata indicata come alternativa”.

Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Giuseppe Paolini intende fare chiarezza sia su biodigestore che su gestione dei servizi pubblici locali.

“Ho convocato quell’incontro – dice – perché ritengo sia necessario arrivare ad una soluzione sulla questione ‘biodigestore’.

E’ molto più inquinante portare i rifiuti con i camion nelle altre regioni che smaltire nel nostro territorio.

Un segno di civiltà sarebbe che ogni regione smaltisse al suo interno i propri rifiuti: ognuno deve essere responsabile di quello che produce e deve essere cosciente che va trattato all’interno del proprio Ambito.

I biodigestori sono impianti che risolvono il problema del trattamento dei rifiuti, limitando al massimo l’impatto ambientale e portando benefici.

Il rifiuto non viene più portato in discarica, ma in questi impianti viene trasformato sia in materiale utilizzabile in agricoltura, sia in biogas da usare per autotrazione (ad esempio alimentando i mezzi di trasporto della mobilità pubblica) o per alimentare la rete provinciale del gas, fornendo alle nostre case gas prodotto dal biodigestore sia per cucinare che per riscaldamento”.

Quanto alla gestione dei servizi pubblici locali, evidenzia: “Ribadisco l’auspicio che Marche Multiservizi ed Aset prendano in considerazione l’ipotesi di creare un’azienda unica nell’interesse dei cittadini, migliorando i servizi e garantendo tariffe sostenibili grazie ad economie di scala che si verrebbero a creare all’interno dell’intero ambito”.

Riferendosi poi ad alcune critiche rivolte in questi giorni alla sua persona, aggiunge: “Essere ambientalista o non ambientalista non è un termometro di misura ma una scelta di vita, io questa scelta l’ho fatta quando avevo 19 anni ed i fatti parlano per me.

Le critiche non costruttive, dettate solo da fini politici personali non mi interessano e, come diceva un contadino di Isola del Piano, ‘scivolano sul piano inclinato della mia indifferenza’.

Se ho citato in questi giorni Gino Girolomoni è perché con lui ho trascorso 40 anni di vita, e chi ha passato insieme a lui solo tre serate non può permettersi di intervenire su quello che era il nostro rapporto”.

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