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“Vigilanza privata: un settore a rischio. La Regione sia garante”

I sindacati preoccupati per i lavoratori del settore che nel periodo del lockdown hanno garantito la fruizione dei servizi pubblici.

vigilanza privataANCONA – I sindacati marchigiani esprimono preoccupazione per l’inasprirsi di una situazione già difficile che sta caratterizzando la Vigilanza Privata, settore che conta quasi 1.500 addetti nel nostro territorio.

“Senza contratto nazionale da più di 4 anni – affermano i rappresentanti sindacali – il settore della sicurezza privata è tra quelli ritenuti essenziali sia in periodi di normalità che durante il lockdown; durante la fase più critica della pandemia ha contribuito a garantire la regolare fruizione dei servizi pubblici, la difesa del patrimonio e dell’ordine pubblico, nonostante il rischio di contagio sia stato altissimo negli scorsi mesi e ad oggi non sia ancora cessato.

Un’alta considerazione da parte dell’opinione pubblica che, però, non trova riscontro nella qualità e nella tutela delle condizioni di lavoro.

Alle difficoltà per una balcanizzazione del settore tra cambi d’appalto e competizione contrattuale che fanno leva sull’abbassamento delle condizioni di lavoro, si aggiunge oggi una riduzione delle attività dei portavalori causata dal lockdown.

Il rischio è che alle attuali difficoltà che oggi attraversano il mondo della Vigilanza Privata si sommino ulteriori situazioni destabilizzanti, per un settore già stressato da una deregolamentazione di fatto.

Occorre – continua il sindacato – porre un freno alle involuzioni delle condizioni di lavoro e della qualità dei servizi di sicurezza offerti a cui troppo spesso abbiamo assistito nei recenti cambi di appalto in strutture pubbliche.

In questa lunga fase di difficoltà della Vigilanza Privata, chiediamo a tutte le stazioni appaltanti pubbliche, a partire dalla Regione Marche per rilevanza e dimensione dei suoi appalti, non solo di rispettare i diversi protocolli di regolamentazione degli appalti, ma anche di assumere un ruolo di garanzia nella tutela del lavoro nelle fasi immediatamente successive all’aggiudicazione delle prossime, in alcuni casi imminenti, gare.

I cambi di appalto pubblici – conclude la nota – sono un passaggio cruciale nella competizione di mercato della sicurezza privata, occorre evitare che questa si giochi a ribasso sui livelli occupazionali e sulle condizioni di lavoro, termometro ultimo della qualità del servizio di sicurezza che viene offerto al cittadino oltreché alla stazione appaltante”.

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