Il Metauro
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Terremoto Centro Italia, le popolazioni chiedono fatti: basta con le parole!

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La torre “fasciata” di Castello Pallotta

I terremotati del Centro Italia hanno manifestato nel Grande Raccordo Anulare di Roma per chiedere che, una volta per tutte, parta ciò che realmente manca: la ricostruzione.

A quasi tre anni dal sisma l’Italia centrale terremotata sembra bloccata da leggi che agiscono come imbuto, rallentano la ricostruzione, uccidono l’economia e la ripresa della vita nei paesi che si sono, nel frattempo, svuotati.

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Le transenne che delimitano la zona rossa a Caldarola

Queste immagini si riferiscono a Caldarola, in provincia di Macerata, uno dei 140 comuni inseriti nel cratere del sisma, una desolazione. Negozi chiusi, case puntellate, il bellissimo Castello Pallotta completamente “fasciato” ed isolato nella zona rossa.

I cittadini sono stanchi degli annunci della politica perché oltre ai post, affermano, c’è la realtà che è molto diversa e complicata.

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Il totem degli eventi estivi davanti al transennato Comune di Caldarola fermo al 2016

“Per quanto riguarda la ricostruzione del Centro Italia non c’è nulla di nuovo – affermano gli organizzatori della manifestazione di Roma – purtroppo non cambia nulla. Negli uffici per la ricostruzione, ad oggi, ci sono già oltre 15.000 pratiche “ferme” a causa della macchina infernale messa in piedi dal governo precedente e questi fanno soltanto “annunci” roboanti, ma non cambiano un bel niente (piccolo particolare  oltre il 30% di queste domande vengono da fuori cratere: senza vergogna!).

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Altri edifici lesionati del centro storico di Caldarola

Se non si cambia sul serio, solo per “lavorare” quelle pratiche già “entrate”, ci vorranno decenni e sono soltanto il 10-15% del totale; di queste, soltanto un migliaio sono state decretate e quasi tutte per dei “danni lievi”.

Mentre la Regione Marche starebbe pensando ad un riedizione del festival organizzato da Nerì Marcoré  “Risorgi Marche”, commentano dal comitato “la ricostruzione si fa con i muratori e le imprese non con i post su Facebook. Si fa con i fondi certi, con una vera semplificazione delle procedure. Basta con i concerti dove si applaudono i beniamini di partito; basta di dare la colpa sempre agli avversari!”

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