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Terre Roveresche verso le elezioni, la parola a Stefano Bacchiocchi

Sta per concludersi il primo quinquennio del neonato comune di Terre Roveresche. L'opinione degli ex-sindaci dei quattro municipi.

stefano bacchiocchi terre roveresche
Stefano Bacchiocchi, ex-sindaco di Orciano di Pesaro

TERRE ROVERESCHE – Il nuovo Comune di Terre Roveresche, nato tra tanti dubbi e preoccupazioni, ma con l’unanimità della politica locale si appresta a tagliare il suo primo traguardo, una intera legislatura giunge al termine e dunque occorre pensare al futuro facendo tesoro del passato e degli errori commessi. Ne parliamo con Stefano Bacchiocchi, ex sindaco di Orciano.

Come valuta questi cinque anni di amministrazione?

Si può guidare un Comune: o per svolgere un servizio a favore di tutta la Comunità favorendone il benessere, la crescita sociale e migliorandone la qualità della vita; oppure, in alternativa, per esercitare un potere.

Premesso che in questi 5 anni non c’è stata un’Amministrazione ma un Sindaco, pur non intendendo in nessun modo esprimere un giudizio, il modo di proporsi ai cittadini e la difficoltà ad accettare opinioni diverse dalle sue, mi porta a pensare che tra le due opzioni sopra citate l’esperienza del nostro Sindaco si rispecchia di più nell’esercizio del potere che nel servizio di tutti i cittadini.

Rispetto al passato devo ammettere che ha sicuramente gestito molto meglio ed in prima persona le relazioni personali, ha risolto i problemi quotidiani del singolo cittadino, ha fatto sicuramente piccoli interventi (marciapiedi) e manutenzioni quali asfalti ed ancora asfalti, e di questo devo dargliene atto.

Ma di nuovo, di veramente nuovo e rilevante rispetto al passato non ci sono grandi novità.

Tra le principali opere pubbliche nate e concluse in questi 5 anni vi sono: i locali per l’ambulanza a Fornace, il nuovo selciato nella piazza di Barchi (tra l’altro mal realizzata), la nuova porta d’ingresso agli ambulatori medici a Orciano.

Eppure grazie alla fusione dal 2017 sono piovute ingenti somme di denaro pubblico che prima non c’erano e che dovevano essere utilizzate per creare nuove infrastrutture ed opere rilevanti per consolidare il senso di appartenenza, il benessere e la qualità dei servizi pubblici oltre che a ridurre i costi di tali servizi per i cittadini.

In cosa occorre cambiare rotta?

Il principale compito di una Amministrazione Comunale è quella di saper programmare e gettare le basi per favorire lo sviluppo della propria comunità, incidendo in maniera profonda nella qualità e negli stili di vita, nei servizi resi ai cittadini, e nella risposta ai bisogni del territorio.

Per servizi e bisogni intendo quelli che appartengono a tutti i cittadini e non soltanto a singoli cittadini.

Il Sindaco in particolare ma anche i componenti della maggioranza devono avere quindi la capacità di interpretare i bisogni e fare le scelte strategiche incidendo nel futuro del proprio territorio.

A titolo esemplificativo, ma solo per rendere l’idea, porto due esempi che appartengono alla mia esperienza passata: la scelta fatta nel 2001 insieme ai Sindaci di Barchi, San Giorgio e Piagge per costituire l’Unione dei Comuni.

Questa scelta ha cambiato la storia ed il futuro dei nostri ex 4 Comuni, ha aperto la strada al nuovo Comune ed ha cambiato radicalmente la qualità della vita ed i servizi ai propri cittadini.

Altra scelta, sempre nel 2001, la decisione di realizzare una Casa di Riposo, nata per soddisfare il bisogno di molti anziani, a volte soli.

Oggi, a distanza di venti anni, quella scelta ha contribuito a dare ospitalità ed anche serenità a tanti anziani ed ha inoltre soddisfatto il bisogno di lavoro di lavoro di decine di persone.

Nell’attuale Amministrazione, pur senza voler giudicare, non ho trovato scelte che costituiscono una vera svolta per il territorio. Una scelta a dire il vero c’è stata, quella di realizzare una nuova struttura scolastica a Piagge che si aggiunge a quelle già esistenti, in un’ottica di una futura crescita demografica nel Comune nostro ed in quelli vicini per costituire un polo di attrazione di tutta eccellenza.

Ritengo che, mancandone i presupposti, questa sia una scelta infelice. In conclusione “cambiare rotta” significa tornare a pensare ed a lavorare in grande partendo da un’attenta valutazione dei bisogni reali da soddisfare.

L’Amministrazione passata si è contraddistinta per aver concentrato tutte le attività politiche ed anche la responsabilità di alcuni Uffici Amministrativi esclusivamente nella figura del Sindaco.

I Consiglieri Comunali, la stessa Giunta, e soprattutto i Pro Sindaci ed i Consultori sono stati poco più che delle comparse.

Non sono stati adeguatamente coinvolti nelle scelte strategiche del Comune. Ancor più grave la commistione tra “organi politici” e “organi amministrativi” per aver concentrato, sempre nel Sindaco, sia il ruolo decisionale (politico) sia la gestione amministrativa che, per la separatezza e per l’autonomia dei ruoli, deve essere assegnata a dipendenti con qualifica adeguata.

Il Sindaco infatti, senza alcun motivo, si è assunto anche la carica di Responsabile Amministrativo di più di un Settore.

La conseguenza di questo accentramento è il potere su un’unica persona che decide (come Sindaco) ed al tempo stesso, ma come Responsabile di Settore, gestisce direttamente in prima persona i fondi del Comune nei settori di competenza. previsti nei capitoli ove svolge l’incarico di Responsabile.

Questa commistione, censurata dalla legge salvo particolari casi di urgenza, e la mancanza di un coinvolgimento diretto di Amministratori, Pro Sindaci e Consultori, è estremamente pericolosa in quanto porta a concentrare su di un’unica persona un potere eccessivo.

Ciò ha inoltre portato allo sfascio della struttura amministrativa comprovato anche dal fatto che in questi 5 anni diverse figure apicali di dipendenti hanno preferito lasciare l’Ente.

Cambiare rotta nei prossimi 5 anni significa:

– eliminare questa pericolosa concentrazione di potere in un’unica persona; coinvolgere nelle decisioni, prima che vengano prese, i Pro Sindaci ed i Consultori per le scelte che riguardano i singoli municipi;

– ripristinare la separatezza di ruoli tra: ruolo politico (che spetta solo a Sindaco Giunta e Consiglieri) e ruolo amministrativo (che spetta solo ai dipendenti comunali con professionalità adeguate);

a seguito della fuga dal Comune di diversi dipendenti che ricoprivano responsabilità all’interno dell’Ente, occorre ricostituire una squadra di dipendenti capaci e professionalmente adeguati e soprattutto motivati;

Su cosa proseguire speditamente?

Direi sul realizzare tutte quelle opere e servizi necessari a rafforzare il nuovo “senso di appartenenza” al nuovo Comune.

Le elezioni saranno una preziosa occasione di valutazione non solo dell’operato di chi ha amministrato ma anche della rappresentatività degli organi politici dell’intero territorio, cosa ne pensa? Il Sistema dei Pro Sindaci e Consultori è un sistema che funziona o è perfettibile?

La rappresentatività del territorio da parte della Amministrazione uscente era sulla carta ben presente. Poi la preponderanza e l’accentramento delle attività nelle mani del Sindaco ha progressivamente spento l’immagine ed il ruolo dei suoi collaboratori politici.

Come ho già espresso in precedenza ritengo che il ruolo dei Pro Sindaci e dei Consultori sia stato molto trascurato e sminuito. Occorre ridare loro il ruolo che gli era stato attribuito in sede di costituzione del nuovo Comune.

Hai qualche proposta per il futuro?

Nelle risposte precedenti credo di aver risposto anche a questa domanda.

Quante liste si prevedono secondo lei?

Temo poche anche perché in questi 5 anni non si è dato molto spazio per coinvolgere la gente nelle scelte politiche e questo credo contribuisca ad allontanare la gente ed in particolare i giovani.

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