“Ora più che mai vanno riaperti i 13 ospedali chiusi nelle Marche”
L’appello di Carlo Ruggeri, presidente del comitato regionale pro ospedali pubblici. Dopo il picco del Coronavirus i pronto soccorso e i reparti tornerebbero ad intasarsi.
FOSSOMBRONE – Carlo Ruggeri, presidente del Comitato Pro Ospedali pubblici interviene sulla situazione degli ospedali che in questi giorni stanno superando la fase acuta dei ricoveri per Coronavirus. Ma si assisterebbe ad un nuovo intasamento dei pronto soccorso dovuto al fatto che le persone hanno necessità di curare le loro patologie, cure sospese o rimandate per l’emergenza pandemica.
“Da più parti – scrive Ruggeri – ci stanno arrivando segnalazioni che, pur nel leggero (ma precario) miglioramento del dramma Coronavirus, si stanno riempiendo i Pronto Soccorso ed i reparti degli Ospedali parzialmente ripuliti dal Coronavirus, da parte dei cittadini che sino ad oggi si sono tenuti, anche rischio della loro vita, tutte le malattie del mondo ma che ora non possono più attendere.
Si ritorna quindi – secondo Ruggeri – alla situazione dell’intasamento dei pronto soccorso dovuto, in gran parte, alla chiusura disposta della Regione di 13 ospedali, preziosissimi e vitali e al ridimensionamento e smantellamento di quelli esistenti.
La gente – continua Ruggeri – oltre alla disperazione delle conseguenze del Coronavirus, ora è terrorizzata perché non sa più dove andare a sbattere la testa, considerando che la visita intramoenia verrà fissata alle calende greche, ancor più di prima, e che anche l’alternativa delle visite negli ambulatori degli specialisti privati è pressoché impossibile, essendo gli stessi in grandissima parte chiusi, ed essendoci file chilometriche in quegli scarsi ambulatori privati aperti.
Registriamo una delle tante grida disperate ed angosciate da parte di una signora, membro del nostro Comitato Regionale, che non sa più dove portare il padre con gravi problemi polmonari, essendo tutti gli ospedali di una vasta zona intorno a lei, ancora superintasati ed a rischio coronavirus.
Non possiamo andare avanti così – afferma Ruggeri – noi che abbiamo un problema di salute personale o nel cuore, che sia un parente, che sia un amico, che sia una persona, anche sconosciuta, di cui conosciamo la storia disperata.
Purtroppo assistiamo ai soliti balletti della politica che decide tutta tesa, approfittando di questo momento delicato, ad accontentare il popolo che lei stessa considera “bue” con riaperture e chiusure nell’uscire di casa o con mosse spettacolari con tanto di foto ed interviste sui quotidiani con i traghetti, i palazzetti dello sport, prima, ed i capannoni della fiera oggi, che sarebbero gli ospedali “unici” coronavirus per rianimazioni e terapie intensive quando le stesse rianimazioni e terapie intensive si sono ridotte di due terzi negli ospedali medio/gradi e potevano anzi dovevano restare negli ospedali perché organizzati come si deve.
A due anni dalla fondazione del comitato regionale – continua Ruggeri – vale la nostra impostazione contro gli ospedali unici provinciali o regionali, coronavirus compresi. Occorre mantenere e potenziare gli ospedali esistenti, con reparti coronavirus eventuali interni ma completamente separati dalla struttura principale. Inoltre vanno riaperti immediatamente i 13 ospedali chiusi dalla regione Marche.
Una soluzione ancora più necessaria visto il caos attuale incentivando gli operatori (e non le famiglie di malati) a spostarsi su tutto il territorio per evitare il nomadismo di massa che ha caratterizzato la gestione sanitaria della Regione.
Sarebbe stato necessario organizzare una nuova manifestazione sotto le finestre della regione – continua Ruggeri – ma le condizioni (rischio contagio e divieti) non lo permettono.
Chiedo però a tutti di andare oltre l’apatia generale e sostenere il nostro comitato e le battaglie che stiamo portando avanti!”