Nuovi testa letto nel reparto di cure intermedie a Fossombrone
Le cure intermedie garantiscono infatti un percorso di continuità ai degenti dimessi dalle strutture ospedaliere, ancora in stato di fragilità
PESARO – “L’impegno che la regione ha assunto nel Piano socio sanitario approvato ad agosto sugli ospedali del Pesarese e segnatamente a quelli di Fossombrone, Cagli e Sassocorvaro – spiega Nadia Storti Direttore Generale AST PU – si sta traducendo in piccole e grandi innovazioni capaci di valorizzare tali strutture.
In particolare, la corretta presa in carico dei pazienti dalla fase acuta alla fase intermedia, che ancora richiede supporto sanitario prima del rientro a domicilio è l’oggetto degli interventi curati dall’Ast di Pesaro.
Infatti sono in corso i lavori per cambiare tutti i 29 testa letto delle cure intermedie, un’operazione di ristrutturazione che permetterà di migliorare l’assistenza ai degenti che, in questi reparti, spesso si protrae per diverso tempo.
Un ammodernamento per migliorare anche la sicurezza dei pazienti stessi con l’installazione del nuovo sistema di impianto di chiamata. Le cure intermedie garantiscono infatti un percorso di continuità ai degenti dimessi dalle strutture ospedaliere, ancora in stato di fragilità, e con bisogni complessi di tipo clinico, assistenziale e sociale”.
“Dal 16 settembre – aggiunge il direttore del distretto di Fano Giovanni Guidi – le cure intermedie, dopo la rimodulazione del periodo estivo, riprenderanno a pieno regime”.
L’Ast informa che da marzo 2022 il reparto è tornato alla normalità dopo il Covid e circa 600 sono stati i degenti che hanno usufruito delle cure con una presa in carico complessiva finalizzata alla massima autonomia possibile per il paziente prima del ritorno a casa.
“Attività importantissime – prosegue l’Assessore alla sanità Filippo Saltamartini – che rappresentano quell’area di servizi integrati sanitari e sociosanitari finalizzati a garantire la continuità assistenziale dopo la dimissione dalla struttura ospedaliera per acuti e post-acuti, favorire il recupero finalizzato alla massima autonomia possibile per il paziente, prevenire i ricoveri potenzialmente inappropriati in ospedale, prevenire le dimissioni troppo precoci a domicilio o nelle strutture di lungo assistenza-mantenimento, ridurre i ricoveri ospedalieri ripetuti in pazienti con patologie cronico-degenerative riacutizzate.
Il ricovero inoltre può essere richiesto direttamente dalle strutture territoriali per i pazienti che hanno bisogno di un’assistenza non erogabile a domicilio oppure esplicitamente dal medico di medicina generale”.