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La casa dei nonni: dal rosario alle feste in piena notte!

Feste organizzate fino a tardissima notte nel borgo di Cartoceto. Eppure basterebbe solo un po' di buonsenso!

cartoceto di notteCARTOCETO – La convivenza è una cosa seria per questo diventa fondamentale il rispetto delle regole del vivere in una comunità. Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di alcuni lettori sull’organizzazione di qualche festa nel centro storico di Cartoceto che si prolungherebbe, purtroppo, molto a lungo nella notte, generando disagio tra i residenti.

La casa dei nonni, ormai diventata seconda casa, quella in cui una volta si recitava il rosario, è oggi il luogo delle feste con gli amici fino a tarda notte. Peccato che il tutto avvenga proprio nel centro del paese!

“Oggi è domenica mattina qui a Cartoceto, nella piazza del borgo e nelle vie adiacenti c’è la solita bella pace. Sono cose che spesso non hanno prezzo e che attirano molti stranieri.

Peccato però – sia pure molto raramente, per fortuna – che sino quasi alle 4 del mattino (e magari anche dopo, ma non saprei perchè finalmente Orfeo mi ha fatto visita…) una via cittadina sia stata trasformata in una specie di risto pub a cielo aperto: aroma di grigliata che entra ovunque, musica altina, grida senza controllo: tenere le finestre chiuse in estate è anche un sacrificio.

La cosa stupefacente è che a compiere tale incursioni, per giunta sul suolo pubblico, siano persone ben radicate nel luogo.

La faccenda ha dei risvolti non solo di ordine pubblico: si può dire “ma è per una notte”, sì, ma se la mattina dopo si deve lavorare o affrontare un viaggio quella notte è un bel disagio.

Il risvolto più interessante però è etico e culturale: perchè la casa dei nonni da dimora sacra e di ricordo diventa occasione di sfrenata convivialità?

Dove si andava a letto presto si scambia la notte per il giorno. Dove c’e rispetto dell’altro arriva una scarsa considerazione dei luoghi e delle persone.

Una volta lasciato il borgo si torna nella seconda casa con gli amici di città a fare ciò che di certo nelle residenze urbane non è consentito: almeno non a una certa ora. Senza la minima cura di chi sta intorno.

Il salto generazionale è notevole, segno di una mutazione antropologica. Si dirà “sono giovani”: ecco quello è proprio il problema. Rimpiango sempre più l’epoca in cui nelle case si diceva il rosario. Adesso torno a godere un po’ silenzio sperando che mi si plachi l’animo”.

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