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Le Terme di Carignano, una risorsa dimenticata

La pagina Facebook aperta da Beatrice Morbidoni ha riaperto il dibattito sul futuro dello stabilimento termale. Un patrimonio che rischia di essere perso, per sempre.

beatrice morbidoni
Beatrice Morbidoni

FANO – Da qualche giorno on-line è tornato di grande attualità il tema delle Terme di Carignano, un luogo ben conosciuto dai meno giovani, una piccola perla per il nostro territorio, purtroppo dimenticata ed abbandonata, lasciata all’incuria del tempo. A riaccendere il dibattito sul presente e sul futuro di questo luogo è stata Beatrice Morbidoni che ha aperto sul noto social network Facebook, una pagina di confronto su questo tema.

Beatrice, cosa la lega alle Terme di Carignano?
Sono davvero legata alle Terme di Carignano per molteplici motivi. Innanzitutto la mia passione per il mondo termale è nata dopo aver constatato sulla mia persona l’efficacia delle acque nella risoluzione di una mia patologia scongiurandomi un intervento al setto nasale,da lì è stata poi tutta una strada in salita, per diversi anni in qualità di cliente, poi visto il mio grande entusiasmo mi è arrivata una proposta di lavoro all’interno dello stabilimento.
In seguito, visto il mio interesse per il settore, ho deciso di riprendere gli studi e di specializzarmi acquisendo la qualifica di Operatore Termale.
Sono dell’Acquario ed il mio nome, Beatrice, è proprio quello della sorgente da cui scaturiva l’acqua utilizzata per le terapie a Carignano, non avrei potuto intraprendere una strada lavorativa diversa…

Perché ha aperto questo gruppo Facebook e qual è il suo obiettivo?
L’apertura di questo gruppo Facebook non è nata per caso ma è frutto di un’idea che mi era già balenata in testa tempo fa ma che poi avevo lasciato indietro. Ora, dopo tanto silenzio in merito alla questione terme, ho deciso di riprendere quest’idea, ho creato il gruppo “Riapriteci le Terme di Carignano” per sondare se questa mia passione fosse condivisa da altri.
Con mia estrema gioia, nell’arco di poche settimane dall’apertura, sono arrivata a radunare un notevolissimo numero di partecipanti (oltre 2300, ma è una cifra destinata ancora a crescere).
Il mio obiettivo da portare ora avanti è quello di sensibilizzare tutta la popolazione su ciò che stiamo per perdere, le Terme di Carignano appunto, a meno che a breve non si trovi una soluzione.
Le Terme sono un bene pubblico, fanno parte di noi, della nostra storia, della nostra cultura che abbiamo il dovere di mantenere e portare avanti nel tempo: una volta scadute le concessioni delle acque, dovremo per sempre dimenticarci di Carignano.
Vorrei che i posteri potessero usufruire dell’utilità e del benessere che le cure termali apportano, per questo ho deciso da sola di mettermi in prima linea e stimolare l’attenzione e l’interesse di coloro che potrebbero ribaltare la situazione attuale: la popolazione, le associazioni di categoria, i politici, gli imprenditori ma anche il Comune di Fano, perché ognuno deve lavorare per il bene della città e per portare avanti questo progetto di riapertura, al fine di donare nuovamente ai fanesi questa struttura che si meritano e in cui credono tanto.

Anche la stampa locale ha parlato di questa sua iniziativa, cosa si aspetta dopo questa visibilità mediatica?
Già poco tempo dopo l’apertura del gruppo sono stata tempestata di messaggi, telefonate email per sostenermi e ringraziarmi di trattare quest’argomento  così importante per Fano.
Visto il numero di partecipanti al gruppo, anche la stampa locale ha iniziato a seguirmi e a cercarmi pur di conoscere le mie finalità ed i miei obiettivi che come ho già detto sono quelli di sensibilizzare gli animi prima che la situazione degeneri ancor più e prima che le concessioni scadano.
Questo mio tam-tam mediatico ha iniziato davvero a portare i primi frutti, per questo devo ringraziare in primis il Presidente della Confesercenti Pesaro/Urbino Pier Stefano Fiorelli ed il Presidente Confesercenti Fano Adolfo Ciuccoli per essersi avvicinati e per sostenermi in questo progetto che ormai in tanti reputano molto importante.

Ci può essere secondo lei ancora un futuro per le Terme di Carignano? Chi potrebbe intervenire in tal senso e in che modo?
Certo che può esserci ancora un futuro per le Terme di Carignano anzi, è proprio perché ne sono convinta, per questo mi sto adoperando così tanto.
Dobbiamo anche considerare che oltre Carignano tanti altri stabilimenti termali hanno chiuso, dentro e fuori regione, questo porterebbe a far convergere a Fano molti clienti e sarebbe davvero di grande aiuto all’indotto e all’economia locale, per non parlare poi di turismo e opportunità lavorative che aumenterebbero.
Ciò che tutti noi ci auspichiamo non è una cementificazione massiccia ma il ripristino di quanto è già esistente, la vecchia palazzina ed il parco, un luogo magico e meraviglioso di pace e relax, dove era possibile effettuare la terapia idropinica e dove si poteva godere nelle afose giornate estive dell’ombra sotto alberi secolari.
Questo per il momento potrebbe essere già sufficiente, ripartiamo, poi se qualcuno in seguito riuscirà a fare di più magari ripristinando anche il vecchio imbottigliamento che tanto lustro aveva dato anni addietro con le sue bottiglie di acqua “Orianna”, ben venga.

Qual è la situazione delle infrastrutture e soprattutto della fonte d’acqua?
Al momento la situazione delle infrastrutture presenti è davvero pessima, la palazzina ha ceduto, tutto risulta molto datato.
Sarà assolutamente necessario ricostruire e predisporre il tutto seguendo le nuove normative, molto diverse di quelle di anni fa.
Per quanto riguarda il discorso delle acque, diciamo che all’interno delle Terme di Carignano esistono sorgenti diverse e di diversa portata.
Alcune di esse venivano già sfruttate, ma vorrei ricordare a tutti che il periodo di sfruttamento delle sorgenti è legato ad una concessione, che ha un termine di scadenza. Per questo ritengo che bisogna attivarsi subito, prima che la situazione diventi irreversibile.

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L’ingresso delle Terme di Carignano
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