FANO – Il bisogno, si sa, aguzza l’ingegno. Ora, che l’Alma, nella sfida salvezza con il Ravenna oggettivamente sfavorita, abbia grande necessità del sostegno dei suoi tifosi è fuor di dubbio.
Così come è acclarato che le disposizioni vigenti, discutibili e discusse ormai fino alla noia, costringeranno ahimé gli aficionados a soffrire da lontano.
E allora che fare? Arrendersi all’evidenza? Rinunciare a priori ad ogni possibilità di contribuire almeno in parte alla riuscita della ‘mission impossible’ che andrà in scena per la gara di andata in un ‘Mancini’ desolatamente vuoto?
Un’idea, che è anche l’unica, per far sentire a capitan Carpani e compagni il proprio incitamento ci sarebbe. Lo stadio è in effetti completamente circondato da strade e abitazioni, che lo inglobano facendo quasi corpo unico. Un problema logistico e di ordine pubblico in condizioni normali.
Al contrario, una preziosa risorsa nelle circostanze attuali. Sì, perché dislocare i supporters sull’intera lunghezza del perimetro viario, rigorosamente distanziati per evitare i vituperati assembramenti, significherebbe creare una catena umana, partecipe e vociante, formata da parecchie decine di persone.
Altrettante potrebbero inoltre trovar posto sui balconi e alle finestre dei palazzi retrostanti la gradinata e la curva ospiti. Si potrebbe in tal modo replicare un surrogato di claque (d’accordo, non sarà la stessa cosa del tradizionale muro granata ma questo è quanto passa oggi il convento) capace di incitare la squadra nell’ora più grave.
Siamo certi che un simile stratagemma è già balenato nella mente degli irriducibili e qualcosa escogiteranno per esserci come sempre. Forzatamente assenti sì ma mai così presenti con corpo e anima come adesso che di loro non si può proprio fare a meno.