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Don Sanchioni ricorda l’amico don Sergio Bertozzi

Il ricordo di don Sergio Bertozzi nelle parole di don Piergiorgio Sanchioni, parroco di Tavernelle e Serrungarina.

don sergio bertozziTAVERNELLE – “Ricordare un sacerdote che ci lascia non è semplice ma doveroso: tanti anni spesi per Cristo e per la Chiesa sono un dono per tutti, per cui dobbiamo esserne grati e non dimenticare.

Ognuno di noi in questa vita di pastori, incontra persone, problemi, esorta, fa delle scelte, decide e come dice Mons. Tonino Bello “Sa di essere servo inutile ma a tempo pieno”. Siamo uomini pubblici che possono non essere capiti e condivisi nelle decisioni. Possiamo sbagliare. Diceva il Card. Chenu: “Si soffre nella Chiesa e per la Chiesa”. E questo è più duro.

Ricordo quella testimonianza di un laico che diceva con un po’ di ironia: “Se un prete è giovane, è inesperto, se è anziano, è arteriosclerotico. Se vive troppo in canonica è un riccio, se esce è sempre in giro. Se fa la predica lunga è noioso, se troppa corta non sa parlare… ma alla fine quando muore un prete non c’è nessuno che prende il suo posto”.

Questo vale anche per la nostra diocesi di Fano che in due anni ha perso ben 10 preti e in seminario c’è un solo seminarista che forse il prossimo anno sarà consacrato.

Tornando al nostro Don Sergio io lo considero un grande prete. Non solo per i diversi e importanti impegni pastorali che ha ricoperto: rettore del Seminario, insegnante, Vicario pastorale, direttore del Centro Unitario Missionario a Verona,Vicario generale, Direttore della casa del clero “Costanzo Micci”, ma soprattutto per la sua bontà, la sua umiltà, la sua vita spirituale rigorosa.

Sono contento anche per la sua amicizia. Abbiamo collaborato insieme nel Centro Vocazionale, nella Catechesi, nella scuola di Teologia per laici.

Ricordo anche qualche momento di riposo passato insieme a Pieve di Cadore o a Roma con gioia e con sua generosità.

A Tavernelle, dove è stato viceparroco dagli anni 1963-67, la prima esperienza pastorale, è ricordato con stima, specialmente dai giovani di allora che mordevano un po’ il freno con Don Carlo.

Mi raccontano che aveva scelto un locale nella zona “Sacca,” un po’ nascosta, senza dir nulla al parroco, dove incontrarsi e perfino ballare. Scandalo per allora! Siamo prima del Concilio…

Bravo confessore e padre spirituale, sempre disponibile. Era sportivo e tifoso, ma solamente per la sua Inter…

Il Signore lo accolga ora nel suo Regno di Luce e di Pace.

A Tavernelle pregheremo ancora per lui mercoledì 22 giugno alle ore 20.30 nella S.Messa di suffragio.

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