Covid-19 e disparità di trattamento sul lavoro, il caso ALI spa
Dura nota del sindacato CGIL sul trattamento riservato ai lavoratori a somministrazione da parte di un'agenzia interinale.
ANCONA – “Ali Spa è una delle quasi 80 agenzie per il lavoro autorizzate dal Ministero del Lavoro, “una società familiare italiana con oltre vent’anni di esperienza nella consulenza e nei servizi HR”. Nella regione Marche ha filiali ad Ascoli Piceno, Civitanova Marche, Fano, Osimo e Pesaro ed è presente in molte aziende della regione attraverso la somministrazione di lavoro”.
Inizia così una nota della CGIL sulla questione sospensione dei contratti di lavoro in somministrazione.
“L’esplodere della pandemia – continua la nota – ha ovviamente colpito soprattutto i lavoratori in somministrazione (dipendenti delle agenzie per il lavoro e inviati in missione presso aziende di vari settori e dimensioni).
Coloro che avevano contratti a tempo determinato sono stati rimandati a casa a scadenza del contratto senza tante scuse.
Coloro che avevano contratti a tempo indeterminato si sono spesso visti interrompere senza motivazione le missioni e sono stati posti in procedura di disponibilità – strumento di tutela del contratto nazionale della somministrazione che si attiva proprio in questi casi, garantendo continuità di salario e sostegno attivo alla ricerca di nuove opportunità lavorative da parte delle agenzie.
Potremmo lamentare – continua il sindacato – senza paura di essere smentiti, lo scarso utilizzo dell’ammortizzatore sociale, esistente per i somministrati e chiamato TIS (Trattamento di Integrazione Salariale) che avrebbe potuto sostenere e mantenere questi posti di lavoro ma che è stato attivato solo parzialmente e per brevi periodi.
Potremmo lamentare, senza paura di essere smentiti, la totale mancanza di reali motivazioni nelle interruzioni delle missioni di lunga durata di queste lavoratrici e lavoratori, che non fosse il bieco risparmio dei costi colpendo gli ultimi e i più precari.
Dobbiamo inoltre lamentare il trattamento assolutamente discriminatorio ed inaccettabile tenuto dalla ALI SpA che, non applicando il CCNL ma solo un regolamento interno, ha riconosciuto a questi lavoratori e lavoratrici solo 30 giorni di disponibilità sospendendo poi senza retribuzione né contribuzione il loro rapporto di lavoro in attesa solo di essere liberi di procedere con il licenziamento (in base a quanto previsto dai decreti in vigore non prima del 31/03/2021).
60 i lavoratori e le lavoratrici in tutta Italia che si sono ritrovati in questo buco nero, nel bel mezzo della crisi pandemica; 8 nella regione Marche. Un’inspiegabile disuguaglianza che colpisce lavoratori già ricattabili e “stabilmente precari” per definizione!
Invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici che sono incappati in questa situazione – conclude la nota – a rivolgersi alle sedi NidiL CGIL ed aggiungersi a coloro che hanno già avviato con la nostra assistenza, tutte le procedure di tutela e rivendicazione di equi trattamenti”.