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Cosa c’entra l’Amazzonia con il Vescovo di Roma?

La riflessione di don Piergiorgio Sanchioni, parroco di Tavernelle di Colli al Metauro, sul Sinodo tenutosi in Vaticano

don piergiorgio sanchoni
don Piergiorgio Sanchioni

L’Amazzonia, il Sinodo, Papa Francesco. Queste tre realtà sembrerebbero di per sé  molto lontane le une dalle altre. Che cosa c’entra  l’Amazzonia,questa vasta zona del mondo di 8 milioni di kmq con un sinodo religioso e soprattutto con il Vescovo di Roma che avrà tanti altri problemi  da affrontare? Eppure Papa Francesco, questo grande papa venuto dall’”altro mondo,” ha saputo coniugarle insieme e, da profeta, ha chiesto a 200 esperti di rispondere al grido dei poveri che salgono da 8 nazioni (Brasile, Bolivia, Perù, Equador, Colombia, Venezuela, Guyana, Surinama) e chiedono giustizia e aiuto.

Ma la foresta amazzonica che rappresenta il 44% di tutte le foreste del mondo ci riguarda:ha fatto gridare ad una ragazza di 16 anni e tanti milioni di giovani del mondo: “Salvate la terra, salvate il nostro futuro”. Ha convocato a Roma Vescovi, teologi, esperti in ecologia, in biosfera, in bioma… e i loro lavori, durati tre settimane, sono stati raccolti in un documento molto nuovo e originale: “Amazzonia, nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale”. Questo documento, come il Sinodo stesso, è stato contestato dai conservatori, dai nemici di Papa Francesco, da certa chiesa tradizionalista che non voleva vedere neppure un indios in Vaticano. Ma quali sono i problemi dell’Amazzonia che riguardano tutto il pianeta e a cui la Chiesa ha cercato di dare una risposta e spronare i potenti della terra?

In sintesi nel sinodo si è parlato di: inquinamento mondiale, distruzione delle foreste per ingordigia capitalistica, di migrazioni selvagge, di urbanizzazioni caotiche, di perdita d’identità per un modello unico consumista, di corruzione, di schiavitù della donna, di narcotraffici, di violazione dei diritti dei popoli, di offesa grave alla Pachamama (madre terra) come la chiamano gli indios della foresta amazzonica, di povertà della Chiesa e dei suoi ministri per cui queste zone restano per mesi senza il servizio religioso. Questi popoli, formati da 138 milioni di etnie diverse, hanno in comune il “ buon vivere”, la capacità di “fare bene”, valori che anche noi occidentali dovremmo riscoprire.

Il sinodo in 5 grandi capitoli del suo documento finale, votato a larga maggioranza, ci parla di 5 conversioni: 1. Conversione integrale di tutto l’uomo e di tutti gli uomini nel modo di pensare, di vivere, di consumare per essere in armonia con se stessi, con gli altri, con Dio. 2. Conversione pastorale della Chiesa  per prendere le distanze dalle nuove potenze colonizzatrici (pensiamo ai padroni dei network). 3. Conversione culturale per difendere la terra e la vita di tutti, per rispettare anche queste popolazioni amazzoniche con i loro “profumi antichi” e  contrastare l’aria di disperazione e di noia che si respira nel continente . 4 Conversione ecologica che ci dice che “tutto è connesso”,l’ecologia deve essere integrale. Anzi il Papa ci ricorda per la prima volta nella storia che c’è anche un peccato ecologico da confessare quando s’inquina, quando non si riusa, quando non si riduce la plastica e altre materie inquinanti, quando non si adottano stili di vita sobri, quando si spreca o c’è un eccessivo consumo di carne, quando si abbattono alberi invece di piantarli. 5.Infine ci deve essere anche una Conversione della chiesa e delle scelte pastorali superando il clericalismo, il colonialismo religioso, il conservatorismo europeo.

Ma quali sono le novità che sono emerse in questo documento che hanno fatto arrabbiare tanti benpensanti cristiani nelle tradizioni ma non nel cuore? Essenzialmente sono cinque che dovranno essere accolte o non accettate da Papa Francesco: 1. Capire il mondo nelle sue diversità con un interculturalismo che fa bene a tutti. 2. Una liturgia cattolica diversificata e perché  no, anche con lo stile e la cultura degli indios. 3 E’ l’ora della donna anche nella chiesa cattolica con un ruolo da protagonista nella comunità. Probabilmente si arriverà al diaconato femminile. 4. Possibilità in alcuni paesi di ordinare preti anche persone già sposate. 5. Modello sinodale (cioè partecipato da tutti) per affrontate i problemi della Chiesa.

Ci auguriamo “che nessuno ci rubi Papa Francesco”, come dicevamo da tempo e questa Chiesa sia sempre all’alleata con l’Amazzonia  e con  tutti gli uomini anche di culture,religioni,nazionalità diverse. “La terra è la carezza di Dio e può essere un luogo teologico” (Papa Francesco)

don Piergiorgio Sanchioni

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