FANO – “Dopo la risoluzione approvata nell’ultimo Consiglio regionale delle Marche che, in vista della redazione del nuovo Piano socio-sanitario 2021-2023, “individua come prioritaria l’esigenza di sospendere tutti i provvedimenti in corso per la realizzazione dei nuovi Ospedali unici provinciali nell’ottica della valorizzazione di una rete ospedaliera diffusa sul territorio”, ci chiediamo – afferma in un nota il Partito Democratico Fano – se i nuovi amministratori di centrodestra di Fano eletti in Regione, difendano davvero gli interessi del nostro territorio.
A neanche un mese dall’insediamento, tra annunci e atti votati in consiglio, stiamo assistendo solo a una sistematica perdita di risorse: prima l’opposizione ai 20 milioni per migliorare la viabilità verso nord completando finalmente l’ultimo tratto della strada interquartieri a Fano, ora la rinuncia a ben 121 milioni destinati al nuovo ospedale, necessario e strategico per tutta la nostra provincia. Non ci sembra, francamente, che la strada intrapresa sia quella dello sviluppo, ma della depauperazione del territorio.
Come PD Fano – continua la nota – rilanciamo con forza la posizione a favore di un nuovo ospedale di 2° livello, che non sarà il ‘nuovo ospedale di Pesaro’ e nemmeno sarà ‘unico’.
Piuttosto sarà una struttura nuova, moderna e di qualità, al servizio di tutto il territorio provinciale, nella quale concentrare le migliori specializzazioni e le più avanzate tecnologie per ridurre la mobilità passiva dei tanti cittadini oggi costretti a ricorrere a prestazioni fuori regione con costi elevati a carico della sanità marchigiana.
Un nosocomio di eccellenza che dovrà raccordarsi anche con l’ospedale di Urbino e la rete dei presìdi dell’Area Vasta, importanti e che vanno rafforzati, a partire dall’emergenza-urgenza, per garantire una maggiore qualità dei servizi sanitari ai cittadini delle aree interne.
Il progetto del nuovo ospedale rappresenta l’approdo naturale, tanto auspicato dal personale sanitario, di un lungo e complesso percorso di integrazione dei servizi fra i nosocomi di Fano e di Pesaro che oggi sono due strutture, il Santa Croce e il San Salvatore, piuttosto datate (risalgono ai primi del 1900) e situate all’interno delle città con le difficoltà logistiche che ne conseguono.
Con l’ospedale nuovo migliorerebbe sensibilmente sia il livello delle prestazioni fornite ai pazienti che quello del lavoro degli operatori sanitari, di medici e infermieri che si ritroverebbero a lavorare in una struttura più accessibile, funzionale ed efficiente, dotata delle migliori e più moderne attrezzature e quindi più capace di attrarre nuove professionalità.
Ricordiamo che, anche grazie a lavoro fatto dal nostro ex consigliere regionale Renato Claudio Minardi e dal sindaco Massimo Seri, il protocollo firmato il 5 giugno 2018 tra Comune di Fano e Regione Marche e poi inserito come modello nel nuovo Piano socio-sanitario 2020-2022, prevede che il Santa Croce non sarà chiuso e anzi rimarrà, anche dopo l’apertura del nuovo nosocomio, un ospedale attivo, con tutti i servizi di prossimità più richiesti dai cittadini compreso il pronto soccorso con medicina e chirurgia d’urgenza h24.
Con il Protocollo, inoltre, il territorio di Fano si è visto riconoscere 20 milioni di Euro per migliorare la viabilità in direzione nord, l’opportunità di una clinica privata convenzionata a Chiaruccia e la previsione di una struttura di RSA per anziani non autosufficienti.
Per questo crediamo che il nostro Sindaco, Massimo Seri, debba battersi a tutti i livelli insieme ai sindaci del territorio e al Sindaco di Pesaro Ricci per la realizzazione del nuovo ospedale e il rispetto del protocollo per Fano.
Il progetto del nuovo ospedale è giunto ad uno stadio avanzato, con uno stanziamento di 105 milioni dal CIPE e 16 milioni dalla Regione Marche e con un accordo di programma pronto da firmare al Ministero della Salute per un investimento complessivo di 250 milioni che porterebbe lavoro e benessere al nostro territorio.
Se l’intenzione è quella di stoppare tutto, dove finirebbero queste risorse? Quali altri territori ne andrebbero a beneficiare?
Oppure davvero il centrodestra che oggi governa la Regione Marche, vuole dirottarle sul modello anacronistico di sanità, tanto caro al Movimento 5 Stelle, fatto solo di piccoli ospedali non in grado di garantire la qualità e l’eccellenza che manca a questo territorio?
D’altronde – conclude la nota – sono le stesse forze populiste che rifiutano i fondi del MES dall’Unione Europea che hanno come un’unica condizione proprio l’investimento sulla sanità del territorio”.