Il Metauro
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Colli al Metauro al centro dell’archeologia metaurense

Dalla “Smartway del Metauro” del progetto Rotta dei Fenici alle ricerche archeologiche sui resti romani di Via Gambarelli

rotta dei fenici colli al metauroCOLLI AL METAURO – Il weekend appena trascorso è stato quello dedicato alle Giornate Europee dell’archeologia e l’occasione è stata propizia per l’organizzazione di un evento on-line dedicato alla presentazione del Progetto Smartway del Metauro, a cura della Rotta dei Fenici, itinerario culturale del Consiglio d’Europa del quale fa già parte da anni il Comune di Colli al Metauro (all’inizio come Montemaggiore al Metauro) e al quale si sono recentissimamente aggiunti il Comune di Fano e quello di Urbino.

Proprio i rappresentanti istituzionali dei tre Comuni son stati invitati ad introdurre i lavori del convegno, che ha visto la partecipazione dei partner accademici della Rotta dei Fenici, l’Università di Urbino, quella di Jaèn e l’Istituto di Ricerca sulla Archeologia iberica, tutti concordi nel rilanciare – dopo l’inevitabile periodo di difficoltà legato all’esperienza Covid – l’esperienza-progetto dell’itinerario culturale europeo che si snoda attorno al percorso che mosse l’esercito cartaginese, sotto la guida di Annibale Barca e successivamente del fratello Asdrubale, tra il Nord Africa e l’Italia (attraverso Spagna e Francia) per affrontare Roma nelle guerre puniche.

“L’invito dello staff della Rotta dei Fenici – ha affermato il Vicesindaco Andrea Giuliani – ci ha fatto onore: esser parte di un progetto internazionale, accomunati a Fano e Urbino e partner universitari di tale livello, da’ un’idea abbastanza precisa di cosa si sia diventato in pochi anni il nostro Comune con il paziente e costante lavoro di promozione turistica svolto dall’Amministrazione. Una precisa e lungimirante strategia di sviluppo del territorio che valorizza le unicità culturali, storiche e archeologiche che possediamo e possono farci davvero da “apripista” nel mondo.

Durante il suo intervento, Giuliani non ha mancato di rimarcare come siano davvero peculiari le testimonianze di epoca romana sul territorio di competenza: “La via Flaminia ha rappresentato fin dall’inizio non solo una via di comunicazione tra Roma e l’Adriatico ma anche una barriera all’invasione di popoli dal Nord, in quanto strada capace di trasferire in breve tempo uomini e armi per difendere il nascente impero romano – continua Giuliani – di conseguenza il nostro territorio, attraversato dalla Flaminia appunto (peraltro ancora visibile nella forma originale nel sito di Tavernelle), è ricco di segni richiamanti quel periodo storico, come i mosaici recentemente restaurati e alloggiati nella sala espositiva MOS a Saltara. Un patrimonio in grado oggi di far da volano allo sviluppo turistico internazionale, come il progetto Smarway del Metauro sta ad indicare”

Proprio il restauro dei mosaici romani avrà un seguìto a breve: “Abbiamo recentemente approvato in Giunta un indirizzo alla struttura tecnica comunale per incaricare l’Università di Urbino – nell’ambito dell’Accordo Quadro che ci lega insieme all’Università Politecnica delle Marche e alla Soprintendenza Archeologica – al fine di eseguire degli approfondimenti archeologici sul sito di ritrovamento dei mosaici in Via dei Gambarelli.

Gli studi verranno eseguiti con tecniche non invasive di tipo geomagnetico, in grado di rilevare le strutture interrate dell’edificio che conteneva i mosaici. Come per la MOS, sono sicuro che i risultati di tale indagine archeologica, una volta resi accessibili al grande pubblico, non potranno che accrescere l’interesse per il patrimonio di storia e cultura di cui il nostro territorio è letteralmente impregnato”.

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