“Biodigestore anaerobico, NO nel merito e nel metodo”
La posizione del gruppo #Stopalconsumodisuolopesaro sulla realizzazione del biodigestore a Talacchio.
diPESARO – Il dibattito sempre più acceso sul biodigestore a Talacchio nel comune di Vallefogliaimpone una riflessione anche sul tema del consumo di suolo e sui rischi della perdita delle tante funzioni sia ecologiche che produttive dei suoli agricoli e delle aree verdi urbane.
Per il gruppo Stopalconsumodisuolopesaro si tratta di un intervento che oltre a sacrificare altro suolo contribuirebbe ad accelerare il processo di inflazione dell’edificato esistente, arrecando all’ambiente ed all’intera comunità un danno sistematicamente trascurato.
“ Anche solo immaginare di privarsi di un piccolo parco nel quartiere di Soria o di un’area agricola alla Celletta, il decidere di sacrificare aree verdi per costruire i parcheggi a Baia Flaminia o ancora progettare la perdita di undici ettari di terreno fertile a Talacchio nel bel mezzo di una piana di circa 120 ettari per un impianto di digestione anaerobica e produzione di biometano, a nostro parere sono tutti segni della stessa mancanza di consapevolezza dell’urgenza di un ripensamento radicale delle politiche economiche, ambientali e urbanistiche” spiegano i componenti del gruppo.
Spesso tali operazioni appaiono urbanisticamente corrette, ad esempio il PRG di Vallefoglia definisce l’area scelta per il biodigestore come “Zona di espansione industriale”, tuttavia riteniamo che contraddicano in maniera palese tutti i programmi virtuosi del “costruire sul costruito”.
La ferma contrarietà ad un biodigestore anaerobico da parte di Stopalconsumodisuolopesaro non si basa solo sul tema del consumo di suolo e riguarda anche altri aspetti: il sovradimensionamento e la tipologia stessa di trattamento
In questo contesto, risulta evidente che la promessa di una possibile riduzione della tassazione locale, quantificata nella migliore delle ipotesi in circa 6 euro annui a famiglia, non possa assolutamente controbilanciare gli aspetti negativi dell’iniziativa.
Riteniamo infatti che il compostaggio esclusivamente areobico sia la tecnologia migliore per il riciclo dell’umido e per la produzione del compost di qualità di cui la terra ha sempre più bisogno.
Chiediamo quindi che il processo in corso venga immediatamente bloccato, avviando un nuovo percorso nel quale entità come l’Assemblea Territoriale d’Ambito ATA, possano svolgere il proprio ruolo istituzionale definendo le scelte strategiche per il trattamento dei rifiuti, in perfetta sintonia con i portatori d’interesse e con l’intera collettività, in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale di lungo periodo, e soprattutto privilegiando la digestione aerobica.