Il Metauro
notizie dalla valle del Metauro

Area ex-AgiP, Fratelli d’Italia chiede il ripristino dei Giardini dell’Arch. De Renzi

Una riflessione dei consiglieri comunali di Fratelli d'Italia sul recupero e la valorizzazione dell'architettura razionalista presente in città.

lucia tarsi e giuseppe pierpaoli fdi fanoFANO – I consiglieri Tarsi e Pierpaoli (Fratelli d’Italia) tornarno sul tema della riqualificazione dell’area ex-Agip di Viale Gramsci sollevando perplessità sul progetto presentato dalla Giunta Seri.

“Dopo anni di incuria, anni attraversati da continue promesse e da progetti bizzarri (..chi non ricorda la proposta dell’installazione di un vivaio temporaneo?), da qualche tempo si torna a parlare di uno degli angoli più centrali della città, l’area ex-Agip di viale Gramsci.

Ma le informazioni sulle caratteristiche del progetto di riqualificazione approvato recentemente dalla giunta Seri ci lasciano molto perplessi; infatti, se la scelta politica doveva cadere su un’area verde, ci chiediamo per quali motivi la giunta Seri non abbia pensato alla decisione più ovvia e corretta da un punto di vista filologico: il ripristino del giardino originale dell’arch. De Renzi, il cui smantellamento nel 1956 rappresenta, purtroppo, solo un passaggio di un lungo percorso di scempi nella storia urbanistica della nostra città; come dimenticare, per esempio, lo storico e affascinante Albergo Lido, la cui demolizione è emblema di un periodo del nostro recente passato in cui prevaleva la furia iconoclasta di chi ha creduto di poter nascondere la storia sotto un cumulo di macerie.

La sensibilità culturale europea più recente – continuano Tarsi e Pierpaoli – ha rivolto, con sempre maggior intensità, la sua attenzione alla grande esperienza del Razionalismo degli anni 30-40 del secolo scorso, in tutte le sue declinazioni italiane, europee, internazionali, con l’importante obiettivo di recuperare i princìpi, gli stili e le estetiche del nucleo fondante di quel movimento culturale, deprivandoli finalmente di tutte le interpretazioni false e ideologiche che sono la conseguenza della sovrapposizione temporale del razionalismo architettonico con un certo periodo storico-politico; le esposizioni museali nelle principali città europee, (vedi per esempio Triennale di Milano) e la recente mostra di Pesaro (Pu.Ra.) dedicata al patrimonio razionalista della nostra provincia, sono solo alcuni dei tanti esempi.

La stessa Unione Europea ha intrapreso il ciclopico progetto (aperto proprio a Roma nel 2020 dalla Pres. Ursula von der Leyen) della “New European Bauhaus”, progetto ambizioso e articolato situato al crocevia tra arte, cultura, inclusione sociale, scienza e tecnologia, con l’obiettivo di creare nuovi modi del vivere delle nuove generazioni, sostenibili e inclusivi, con un filo conduttore che lega la realtà odierna ai principi estetici del movimento architettonico che attraversò il periodo storico tra le due guerre mondiali, momenti culturali diversi ma legati dalla comune radice del metodo razionale del pensiero vitruviano.

In questo panorama internazionale di entusiasmo e creatività – aggiungono i consiglieri fanesi – l’amministrazione di centro sinistra fanese sceglie di isolare la nostra città dalla vetrina internazionale, facendo cadere nell’oblio la sua stessa storia culturale e urbanistica, confondendo (ancora una volta..) il gusto estetico soggettivo con la sensibilità profonda della comprensione delle forme artistiche del bello.

Ai richiami e alle sollecitazioni, di oggi e di ieri, di tante voci fanesi esperte e animate da vero amore per la città e per l’arte (si pensi per esempio al Prof. Venturelli, al prof. Antonioni, all’arch. Volpe, per citare i più recenti), la giunta Seri si è mostrata completamente sorda.

E nonostante Fano sia l’unica città al mondo che possa godere del vanto delle origini di Vitruvio, la nostra città, rifiutando la scelta (ovvia) del recupero filologico del giardino dell’edificio della scuola “Corridoni” secondo le linee e i progetti originali dell’architetto De Renzi, (giardino che, ricordiamolo, costituisce parte integrante dell’intero progetto che originariamente ricopriva l’isolato, e ne completa il significato stilistico e urbanistico), rinuncia alla possibilità di recuperare integralmente un’opera architettonica di grande levatura e perde ancora una volta l’occasione di poter partecipare ad una vetrina culturale di ampio respiro”.

Tre sono le richieste dei consiglieri Tarsi e Pierpaoli all’amministrazione.
“In primis chiediamo alla Giunta di fermarsi e di riflettere: quale volto vogliamo dare alla città dove vivranno i nostri figli? Quali elementi estetici e culturali legano oggi il nostro passato al nostro futuro? Quale “cultura del bello” intendono lasciare gli eredi di Vitruvio alle generazioni future?

Il ripristino del giardino De Renzi potrebbe essere l’occasione d’oro per recuperare l’integrità dell’opera architettonica maldestramente sfregiata nel 1956, e ciò potrebbe procurare a Fano un lustro e una visibilità internazionale che la ponga degnamente al ruolo che le compete: una città ricca di un patrimonio urbanistico, artistico e culturale che attraversa ogni epoca, dalle nostre radici romane al panorama odierno. E chi non ha memoria non ha un presente, e men che meno potrà avere un futuro.

In secondo luogo – continual la nota dei consiglieri – crediamo che sia necessario avviare SUBITO un confronto culturale di analisi e di studio tra le varie voci autorevoli e competenti sia cittadine sia nazionali (così come sta accadendo in altre città, vedi la vicina Pesaro); auspichiamo quindi che l’amministrazione fanese si faccia promotrice di una nuova stagione di impegno culturale, con incontri seminariali di approfondimento sulla storia architettonica e urbanistica della città, sulle tracce del passato che diventano il nostro presente e contribuiscono a creare una visione coerente e armonica della Fano futura.

Auspichiamo inoltre che sia dato il giusto spazio a tutte le voci culturali della nostra città che abbiano la sensibilità culturale e la competenza per dare vitalità ad un dibattito cittadino sul patrimonio razionalista della nostra città; soprattutto ora, alla vigilia di un nuovo PRG.
Del resto, come diceva Giò Ponti, “l’Italia l’han fatta metà Iddio e metà gli architetti”.

L’intero quartiere – concludono i consiglieri – era ricco di esempi, pubblici e privati, di architettura razionalista, riconosciuti a livello nazionale per l’ottimo pregio. La realizzazione stessa del complesso del Vittoria Colonna è coeva all’edificio dell’istituto “Corridoni”.

Ora la notizia della volontà, da parte della società proprietaria, di recuperare il complesso del Vittoria Colonna ci spinge a sollecitare l’amministrazione comunale perché si accerti e vigili che tale recupero venga realizzato senza snaturare l’edificio in oggetto, e con esso lo stile caratteristico del quartiere”.

altri articoli