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Addio a Mimma Cardoni, la signora dei giornali

Per intere generazioni di bambini è stata “dispensatrice” di figurine e giocattoli. Domenica Cardoni si è spenta questa mattina all'età di 93 anni

Mima Cardoni titolare cartoleria di Lucrezia di Cartoceto (PU)LUCREZIA – Domenica Caroni, conosciuta da tutti come “la Mimma” si è spenta questa mattina all’età di 93 anni.
Originaria di Fermignano è diventata una “lucreziana doc”, conosciuta da tutti grazie all’edicola cartoleria che ha gestito per decenni con il marito Enzo.
Vogliamo renderle omaggio con l’intervista pubblicata nel marzo 2019 sul Giornale del Metauro, quando con la collega giornalista Silvia Bonci l’abbiamo incontrata proprio nella sua abitazione di via Flaminia.
Con Mimma se ne va un altro tassello importante della storia di Lucrezia. Solo attraverso una memoria condivisa, legata ad un senso di appartanenza e di comunità, possiamo mantenere vivo il ricordo di queste persone.
I funerarli saranno celebrati Lunedì 18 settembre, alle ore 10, nella chiesa parrocchiale di Lucrezia. Le più sincere condoglianze ai famigliari da parte della redazione del giornale.

Mima Cardoni titolare cartoleria di Lucrezia di Cartoceto (PU)
Domenica (Mimma) in una foto del 1956

Domenica Caroni, tutti la conoscono come “la Mimma de Cardon” della storica edicola-cartoleria di via Flaminia a Lucrezia che oggi non c’è più. “El sa la tu ma?” che tradotto significa: “Tua madre lo sa?” era la frase di rito che rivolgeva ai piccoli che si recavano nel negozio di famiglia a comprare le figurine o qualche altro giocattolino.

Il suo negozio era quella edicola-cartolibreria tanto amata da lei e da suo marito Elso (da tutti chiamato Enzo), ricavata da una stanza della loro abitazione: “Piano piano – ricorda Mimma – abbiamo iniziato a vendere anche i giocattoli e i libri di favole. Venivano anche da Bellocchi a comprarli”.

Quella di Mimma è la storia di una donna magrolina ma energica e dal piglio deciso che non ha mai avuto paura di lavorare, di una donna indipendente che si è sposata “tardi” come lei stessa racconta, per il target dell’epoca: “Avevo 36 anni e lui ne aveva 38. Le mie amiche erano già tutte belle e maritate ma io non ci pensavo proprio, io stavo bene con mia mamma e mia sorella che facevano le sarte. Infatti noi eravamo sempre vestite alla moda. La sera andavamo a ballare e il mattino al lavoro. Eravamo donne indipendenti.

Per ben 20 anni ho lavorato al tabacchificio a Fermignano, mentre quando ero piccola allevavamo i bachi da seta e poi un giorno ho conosciuto Enzo che mi è piaciuto subito per i suoi modi gentili”.

Mima Cardoni titolare cartoleria di Lucrezia di Cartoceto (PU)
Il matrimonio con Elso (Enzo) Cardoni – 1966

Enzo aveva solo 17 anni al momento del passaggio del fronte e si era salvato per miracolo dallo scoppio di una mina ma nel volto, al labbro, aveva una grossa cicatrice, ricordo della bomba che era esplosa proprio vicino a lui.

“Per questo gli era stato consigliato – ci racconta Mimma – di iniziare a fumare, per fare una sorta di ginnastica o riabilitazione al labbro. Io invece gli ho consigliato di farsi crescere la barba ed in quel modo la cicatrice non si sarebbe vista quasi più.

Era un bell’uomo comunque, nonostante la cicatrice. Subito dopo l’incidente – continua Mimma – lo avevano portato con il “biroccino” a Senigallia, aveva ricevuto persino l’estrema unzione e invece si era salvato anche se lo avevano aggiustato alla meno peggio, non c’era il chirurgo plastico quella volta!”.

Dopo un bel matrimonio a Fermignano, nella Chiesa dei Lavoratori, Domenica ed Enzo partono per il viaggio di nozze sul Lago Maggiore, si spostano per visitare anche Firenze e la Versilia.

Mimma conserva ancora oggi tutte le fotografie insieme a quelle del matrimonio, del figlio Paolo e dei nipoti in un bell’album che ci mostra quando la incontriamo nella sua casa.

Mima Cardoni titolare cartoleria di Lucrezia di Cartoceto (PU)
Foto di Famiglia: Enzo, Mamma con il figlio Paolo

In quell’album è custodita tutta la sua vita e si capisce subito che è stata bella e ricca di affetti. Poi nel 1965, l’idea di Enzo di prendere la licenza da una signora che con il biroccino vendeva giornali e libri per aprire una vera e propria edicola-cartoleria. La Mimma sarebbea arrivata a Lucrezia un anno dopo.

“Ogni giorno alla stazione di Lucrezia – ricorda Mimma – arrivavano i giornali ed io li andavo a prendere con la bicicletta e li distribuivo. La nostra edicola era sempre piena di bambini che venivano a comprare figurine o giornalini, questa era la parte più bella del mio lavoro ma mi piaceva tanto anche vendere gli articoli da regalo.

Mima Cardoni titolare cartoleria di Lucrezia di Cartoceto (PU)
Il Negozio della famiglia Cardoni lungo la via Flaminia (Anni ’80)

Per molti anni la nostra è stata l’unica edicola della zona poi nel 2001 abbiamo deciso di chiuderla, ormai i tempi erano cambiati ma il periodo dell’edicola lo ricordo ancora con grande affetto, in quel luogo abbiamo passato tante giornate io ed Enzo”.

Mimma è stata anche un amante dei viaggi. “Ho anche viaggiato – precisa lei – ho preso l’aereo e sono stata a Lourdes e a Fatima, viaggiare mi è sempre piaciuto”.

Purtroppo nel 2009 fa Enzo è scomparso, con la stessa riservatezza con la quale è vissuto. Tutti a Lucrezia infatti lo ricordano come un uomo dai modi pacati e gentili e ricordano anche che era lui a suonare le campane insieme a Don Ettore: “Lui suonava la campana a festa ma anche quella per i funerali – ci dice Mimma – quando moriva qualcuno il parroco lo veniva a chiamare e lui lo faceva con piacere. Nel nostro negozio c’era la processione per sapere chi era morto.

A Enzo – continua Mimma – però c’era una cosa che piaceva più delle altre, che amava tanto e questa cosa era la campagna, questo scrivetelo!” – ci dice Mimma al termine dell’intervista ricordando il suo amato Enzo con gli occhi lucidi per l’emozione.

Generazioni sono passate per il negozio Cardoni di via Flaminia: dalla cancelleria, ai giochi in scatola, ai diversi regali per le piccole e grandi occasioni. Anche questo è un pezzo della nostra storia che non vogliamo e possiamo dimenticare.

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