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A Fossombrone presentato il restauro della “Salita al Calvario”

salita_al_calvarioFOSSOMBRONE – In occasione della festa di S. Agostino nella omonima chiesa di Fossombrone, dopo la celebrazione della messa e dopo l’ascolto del concerto per organo del Maestro Lorenzo Antinori, Luca Cangini responsabile dei beni culturali ecclesiastici di Fossombrone, ha introdotto la presentazione del quadro, restaurato nello studio di Bacchiocca Isidoro di Urbino e sponsorizzato dal Sig. Marco Ferrero della Drink up di S. Anna del Furlo, il quale anche in passato ha provveduto a far restaurare tutti i quadri e il crocefisso di Torricella, nonché alcuni volumi manoscritti dell’archivio vescovile.

E’ stata poi la volta di Renzo Savelli, che ha messo in evidenza come il Seicento sia stato un secolo d’oro per le arti forsempronesi con la presenza addirittura di dieci pittori, di cui ben otto delle città. I due venuti da fuori sono stati un fiammingo e Giovanni Battista Vernizzi (1572-1617), originario di Bologna o del bolognese, di cui sono note le vicende biografiche. A lui lo studioso Marco Luzi, attuale responsabile dei beni culturali del Comune di Fossombrone, ha attribuito ben 13 quadri, fra i quali quello appena restaurato.

Si tratta di una Salita al Calvario (cm. 115 x 87), tela ad olio in parte tagliata, compreso il lato inferiore, che per fortuna ha salvato il nome del committente, tal Gasparo di Evangelista, ancora non meglio identificato.

Non è, come si potrebbe erroneamente credere, una stazione della Via Crucis poiché in questi primi decenni del Seicento tale motivo religioso-artistico in 14 stazioni formali non si era ancora diffuso in Italia e agli inizi era limitata la sua presenza ai conventi francescani.

Ciò che è interessante è che in realtà nella stessa tela sono presenti tre stazioni della Via Crucis e precisamente la quarta (Gesù ha già incontrato la madre), la quinta (Simone di Cirene che lo aiuta a sostenere la croce) e la sesta (la Veronica che per asciugargli il volto gli offre il manto sul quale resterà la sua immagine secondo una tradizione di origine medievale).

Completano i personaggi il soldato romano a cavallo che con la lancia pungola il Cristo piegato, ma non caduto a terra, e l’altro soldato che non condivide e non partecipa a questa ulteriore sofferenza.

Il cielo si presenta con due registri: quello inferiore celeste e rosa con uccelli svolazzanti, ancora sereno, e quello superiore, già scuro, che diventerà nero e tempestoso, stando ai vangeli, al momento della morte di Gesù.

Ha concluso la presentazione Guido Ugolini, responsabile dei beni culturali della diocesi di Fano, che comprende anche quelle antichissime di Fossombrone e Cagli e quella più recente di Pergola. Egli ha evidenziato come tutte e quattro sono ricchissime di beni mobili e immobili che, date le modeste risorse finanziarie, non è facile conservare e valorizzare come da tutti auspicato, anche se diversi interventi vengono via via portati avanti.

In quanto al motivo della Via Crucis egli ne ha brevemente ripercorso la storia precisando che l’opera di Fossombrone richiama il motivo delle “sette cadute”, una delle formule antiche del motivo devozionale, oggi presente solo in una chiesa di Peglio. A tutt’oggi non esiste purtroppo uno studio dettagliato ed approfondito delle diverse Vie Crucis presenti nella diocesi, argomento che meriterebbe di essere conosciuto di più anche perché oggetto di interventi di pittori e artisti di grido. Concludendo ha anch’egli ringraziato lo sponsor e ad ha invitato i credenti a fare altrettanto per concorrere a salvare il ricco patrimonio artistico delle chiese di Fossombrone.

L’opera, che si trovava in una stanza dell’episcopio, ma di cui al presente non si conosce ancora la collocazione originaria, sarà posta in una cappella del duomo.

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