Il Metauro
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Carnevale di Fano, tentato omicidio

Il Carnevale blindato

carnevale FANO – Colpito ma non affondato. Pur mostrando evidenti falle a poppa e a prora, il vascello del Carnevale si mantiene in linea di galleggiamento e avanza spedito lungo la rotta dettata dal perdurante, massiccio consenso popolare.

Con buona pace di quanti nell’edizione appena andata in archivio si sono accaniti a fargli piovere addosso autentici pezzi da novanta, in una gragnuola di colpi che, in aggiunta ai mille proiettili avversari, ha fatto registrare anche un ingiustificabile fuoco amico. Ma procediamo con ordine. Per l’appunto, quello pubblico o presunto tale. Pur avendo sviscerato la problematica da ogni punto di vista, noi, che sempre più stentiamo a comprendere cosa passa per la testa di chi deve decidere per nostro conto e a nome dell’interesse collettivo (ricordate a mò di esempio il tragicomico Alma-Samb di un paio di stagioni fa?), non riusciamo a farci una ragione della risibile e discutibilissima imposizione del numero chiuso alle sfilate.

Sbagliato e aberrante nei tempi, nei modi e nella sostanza un diktat che farà parlare di sé ancora a lungo. Dove c’è scritto infatti che Viale Gramsci può ospitare solo il ridicolo numero di persone partorito dalla mente di lorsignori? Con quale estemporaneo criterio si è arrivati a tale determinazione e in base a quale oscura norma di sicurezza?

Perché, una volta avuta la pittoresca alzata d’ingegno, non se ne è data notizia in largo anticipo e con ogni mezzo (pensate che lo stesso sito dell’ente organizzatore non ne ha mai fatto aperta menzione!), evitando così disagi alla gente in arrivo da ogni dove? Perché poi ci si è ostinati cocciutamente a negare l’allungamento del percorso ad inglobare Viale Buozzi, per una richiesta di estremo buon senso che avrebbe accresciuto in extremis l’opinabile capienza imposta dall’alto? E per quale motivo Carnevalesca ed istituzioni non hanno battuto i pugni sul tavolo, denunciando i pesanti danni economici e di immagine che sarebbero scaturiti dall’idea balzana di chi nulla conosce (e forse ancor meno gliene importa) delle dinamiche della massima manifestazione fanese?

E siamo certi che un analogo zelo (se non una dichiarata volontà di boicottaggio) viene applicato altrove per simili eventi di massa? Il sospetto che per evitare che ci scappi il morto (ma dove e quando mai?) si voglia uccidere il Carnevale stesso è in definitiva forte e assai fondato.

Lo accerteremo nell’immediato futuro. Ma nel frattempo stiano tranquilli i controllori. C’è chi li controlla e li giudica. Se del caso denunciandone le azioni di lesa maestà nei confronti di una città intera. E di ciò che ha di più caro.

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