Il Metauro
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Teatro e professionalità a contrasto della violenza di genere

Un pomeriggio al CUBO nel quartiere Vallato sul tema della violenza di genere. Teatro e riflessioni sul tema. Al via una raccolta fondi per il Centro Anti Violenza di Pesaro

specchio dei tempiFANO – I notiziari e i giornali danno sempre più spazio ad episodi che riguardano la violenza sulla donne e in particolare a fatti di uccisione, femminicidio. La violenza domestica è molto più presente di quanto si pensi.

Questa si può manifestare non solo in forma fisica, ma anche sotto forma psicologica ed economica. Della violenza fisica si conoscono la modalità: una persona che vive nella propria casa con un compagno con cui dovrebbe condividere fiducia, serenità e protezione, in caso si senta minacciata o oggetto di violenza, è impossibilitata a sentirsi nella sicurezza necessaria per esprimere tutte le proprie caratteristiche e potenzialità.

Quando vengono agite azioni violente fra i genitori, i figli vivono uno stato di minaccia, precarietà, insicurezza e di sfiducia che a lungo andare attiva una “Bassa autostima” e poco amore per la vita. La violenza economica è agita con il controllo che una persona ha sull’altra attraverso il denaro, limitandone l’autonomia.

La violenza psicologica è una dinamica molto più sottile, si manifesta con insulti, svalutazioni e squalifica e anche nel non riconoscere all’altro quello che è effettivamente: non accettandone alcune o molte caratteristiche. Pensiamo a un figlio che vuole realizzarsi nella vita in una maniera completamente diversa da quelle che sono le aspettative dei genitori.

L’evento si terrà il 4 dicembre 2022 dalle 17 alle 19, a Fano alla sala studio Cubo in via san Lazzaro 8 ed è organizzato all’interno della rassegna promossa dall’amministrazione del comune di Fano “Il colore del rispetto” la serie di iniziative legate alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, per sensibilizzare e mostrare vicinanza nei confronti di tutte le donne vittime di violenza e di abusi di ogni genere.

I protagonisti dell’evento del 4 dicembre sono: l’associazione di promozione sociale Giunone Fano, costruita nel 2019 da un gruppo di psicologhe ed avvocatesse ponendo una particolare attenzione a valorizzare il termine “FAMIGLIA” sganciandolo dalle abituali rappresentazioni;
da AMT TEATRO un’associazione di promozione sociale nata ad Ancona nel 2021 dall’iniziativa di Stefania De Ruvo, che si occupa di promuovere iniziative teatrali, eventi, laboratori e corsi di formazione, con un’attenzione speciale all’impegno sociale e alla prospettiva femminile;
Dottor Bernardo Gili libero professionista per il progetto V.O.C.E. (Violenza, Offesa, Cura, Emancipazione) della Coop. Polo 9, dott.ssa Coordinatrice centro antiviolenza “Parla con noi”

Lo scopo sarà di suscitare delle riflessioni sul tema violenza di genere attraverso le emozioni di una sceneggiatura teatrale e promuovere una raccolta fondi da destinare al Centro Anti Violenza di Pesaro.

Per chi volesse già dare la propria donazione ecco l’Iban dell’Associazione Giunone
Nome: Giunone Aps Fano
IBAN: IT57D0851924302000000701010
Causale: donazione per il centro antiviolenza di Pesaro

LO SPETTACOLO

“LO SPECCHIO DEI TEMPI” DI STEFANIA DE RUVO
Durata dello spettacolo: circa 45 minuti
Attrici: Stefania De Ruvo e Paola Cellottini

In un territorio dove tutto è possibile, il sogno, si incontrano una nonna e una nipote, divenute coetanee. Parlando delle proprie vite, si riconoscono, si confrontano, si scontrano e infine si capiscono profondamente, rispetto a un tema che attraverso le generazioni tange ineluttabilmente la vita delle donne: la violenza maschile.

Il testo si presta a una approfondita riflessione sugli aspetti sociali, culturali e politici della violenza, andando a mettere in luce l’evoluzione nel tempo del pensiero e della risposta istituzionale. Il dialogo che si sviluppa tra le due protagoniste va nella direzione di una crescente consapevolezza di come il piano macro vada a influenzare la vita delle singole donne, la loro libertà o, viceversa, la loro vulnerabilità alla violenza di genere.

Riflessioni e vissuti che passano continuamente dal piano personale a quello culturale e politico, per mostrare come nessuna conquista è per sempre se non sostenuta da solide consapevolezze e da un ininterrotto sforzo di rifiutare una tendenza strisciante a negare, minimizzare o giustificare la violenza sulle donne.

GLI APPROFONDIMENTI DOPO LO SPETTACOLO

Dopo la rappresentazione teatrale, ci saranno quattro approfondimenti importanti moderati da Valentina Strippoli, psicologa di Giunone

La Dottoressa Elena Grilli, psicologa psicoterapeuta consulente della casa rifugio “Zefiro” di Ancona, che ospita donne che hanno subito violenze da un partner o ex partner approfondirà la presa di consapevolezza della violenza: “Perché non lo lascia e basta?” È la domanda che chiunque di noi si è fatto. Le donne che subiscono violenza, loro stesse, se lo chiedono: perché non riesco a lasciarlo? Dalle risposte più o meno semplicistiche che ci diamo, dipende il destino di quella donna. Possiamo infatti pensare che sono fatti suoi: se vuole rimanerci vuol dire che non soffre poi così tanto. Ed ecco che quello che si prospetta a quella donna è un percorso arduo e difficile fatto di solitudine e assenza di supporto esterno, che la condanna a un ininterrotto susseguirsi di torture fisiche e psicologiche, umiliazioni e limitazioni intollerabili della libertà da cui da sola non riuscirà mai a venir fuori, se non al prezzo della vita.
Oppure, possiamo avere consapevolezza della complessità di meccanismi di intrappolamento sapientemente manovrati dal maltrattante. Con manipolazioni, bugie, doppie facce e doppi, tripli, multipli significati. Con minacce, intimidazioni, ricatti e spesso reali conseguenze per l’incolumità e la vita. Paura, terrore, sensi di colpa e vergogna. E poi deprivazioni di tutto: della libertà, del proprio pensiero, della propria volontà, del proprio vero sentire. Una totale disconnessione da se stesse, che nemmeno si sa più cosa si desidera per la propria vita.
Entrare nel mondo della violenza di genere significa imparare a barcamenarsi in una moltitudine di ostacoli, materiali e psicologici, che le donne che subiscono violenza si trovano di fronte. Per essere accanto a loro, come fanno i centri antiviolenza, bisogna saperlo fare senza giudizio e con la ferma consapevolezza che no, le donne non scelgono di restare per masochismo, ma perché non hanno chi le sa aiutare veramente.

2. Il dott. Bernardo Gili, psicologo psicoterapeuta per il progetto V.O.C.E. (Violenza, Offesa, Cura, Emancipazione) della Coop. Polo 9 e Per il progetto Dico tra Noi della Coop. Labirinto dal 2021 si occuperà della descrizione di gruppi di ascolto per il trattamento degli autori di violenza: è evidente una posizione di supremazia che il genere maschile ha tenuto fino al secolo scorso nei confronti del genere femminile e che ha radici storiche antichissime. C’è un’arcaica funzione di controllo che l’uomo ha su tutto ciò che condivide : i beni, gli animali e che si estende alla donna stessa. Ma quand’è che scoppia la violenza? Può sembrare scandaloso, ma la violenza appartiene a tutti noi, a ogni uomo e a ogni donna. E’ la capacità che ognuno di noi sviluppa di riconoscere, gestire, controllare e trasformare quelle emozioni negative quali rabbia, ira, rancore ecc. che fa si che la violenza non esploda. Negli ultimi vent’anni sono nati molti centri di ascolto per donne che subiscono violenza, case rifugio in cui le donne vengono accolte assieme ai figli. Sempre più sono gli autori di violenza che vengono allontanati con divieto di avvicinamento alle mogli e ai figli. Nella Marche dal 2015 sono attivi gruppi di ascolto per il trattamento degli autori di violenza

3. La dott.ssa Arianna di Carlo, psicologa psicoterapeuta sistemico-relazionale Presidente di Giunone, ci farà luce su Cosa succede a chi rimane dopo un femminicidio: Il contrasto alla violenza di genere implica uno sforzo costante e un impegno sia pubblico-istituzionale sia privato, personale che come una goccia instancabile sgretola lentamente la struttura culturale e gli stereotipi sul femminile che ci portiamo sulle spalle da secoli. Questo non avviene attraverso la spettacolarizzazione delle tragedie che purtroppo accadono, ma dal rispetto dell’altro attraverso l’utilizzo quotidiano di un linguaggio corretto, la tutela della privacy per le famiglie che attraversano un dolore immenso. Chi si occupa dei genitori che si vedono costretti a seppellire una figlia a cui hanno stroncato la vita nel fiore degli anni? O che si trovano ad affrontare le umiliazioni di un processo o si ritrovano a dover fare da genitori ai propri nipoti? Chi si occupa della solitudine delle sorelle o fratelli che hanno perso la loro sorella. Chi si occupa di quei bambini, chiamati “orfani speciali”, che devono elaborare il trauma della perdita della mamma e forse un padre in prigione; chi gli insegna a comprendere e ristrutturare il femminile e il maschile dentro al proprio cuore? La prevenzione passa anche attraverso la percezione di avere una società che si occupa di questo, che con coraggio e impegno riesce a stare al fianco, supportare emotivamente ed economicamente i sopravvissuti.

4. La dott.ssa Coordinatrice centro antiviolenza “Parla con noi” ci presenterà i dati del Centro anti violenza di Pesaro a cui sarà rivolta la raccolta fondi promossa dall’evento

Al termine dell’evento sarà attivata una raccolta fondi da destinare al Cav di Pesaro.

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