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Coronavirus, serve liquidità per le imprese ma le banche temporeggiano

L'appello della CNA agli istituti finanziari: "Non contribuite ad aggravare la crisi!"

liquidita imprese coronavirusPESARO – “Siamo allarmati per la crescente mancanza di liquidità delle imprese, diventata insostenibile. A poco o nulla, infatti, sono servite finora le misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema del credito, contenute nel decreto Cura Italia”. Lo si legge in un comunicato della CNA.

In tutta Italia – prosegue la nota – artigiani e piccoli imprenditori continuano a trovarsi sbarrata la strada dei prestiti. Alle legittime richieste delle imprese le banche rispondono spesso in controtendenza rispetto alla direzione auspicata anche dal governo di sostenere il più, e meglio, possibile il sistema produttivo in attesa della ripresa. Le banche adducono a loro difesa, tra l’altro, la mancanza di operatività delle disposizioni del Cura Italia, in attesa di presunti decreti attuativi”.

“Da artigiani e piccole imprese – conclude il comunicato della CNA – arriva l’appello accorato alle banche di non contribuire ad aggravare la gigantesca crisi, negando al sistema produttivo l’accesso al credito indispensabile anche per far fronte ai pagamenti in scadenza.

Chiediamo al governo di garantire l’attuazione degli strumenti adottati e di impegnarsi a individuare ulteriori modalità per facilitare l’accesso al credito di artigiani e piccole imprese, disponendo tutta la liquidità necessaria, a costo zero e in tempi rapidissimi, per assicurare un futuro al sistema produttivo italiano”.

Inoltre per la CNA “E’ necessario un consistente rifinanziamento del Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato per continuare ad erogare prestazioni agli imprenditori”.

E’ la richiesta che la nostra associazione assieme ad altre dell’artigianato ha inviato in una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro dell’Economia e Finanze Roberto Gualtieri e alla Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo per chiedere un tempestivo intervento finalizzato a garantire il sostegno al reddito ai lavoratori che rientrano nel campo di applicazione dei Fondi di solidarietà bilaterali.

Il decreto Cura Italia ha previsto uno stanziamento di 80 milioni di euro complessivi per i Fondi bilaterali che tuttavia non è sufficiente per coprire le richieste di prestazioni. “La crisi generata dalla pandemia – si legge nella lettera – sta producendo un numero ingente di domande di prestazioni che ha quasi azzerato le riserve del nostro Fondo”.

Le Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi sollecitano pertanto un rifinanziamento adeguato ad assicurare l’operatività del Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato che negli ultimi anni si è caratterizzato per un’ampia inclusività, erogando prestazioni di sostegno al reddito che vanno oltre il limite di durata previsto dalla normativa e rivolte a tutte le imprese artigiane, indipendentemente dal numero di occupati, e quindi anche al di sotto del vincolo dei 5 dipendenti stabilito dalla norma.

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