Il Metauro
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25 aprile 2020, 75anni della Liberazione dal nazifascismo

Perché dopo il virus si lavori per una una società migliore, più equa, umana, libera e giusta. L'appello dell'ANPI provinciale.

anpi 25 aprilePESARO – “Una data che non è un semplice giorno di festa, quello del 25 aprile, ancor di più questo del 2020, che stiamo per celebrare, nel ricordo che sono trascorsi 75 anni dalla conquista della libertà, dall’occupazione e dalla follia nazifascista.

E’ dovere di tutte le persone democratiche ricordare e trasmettere alle nuove generazioni la cultura dell’antifascismo, perché il pericolo che questi possa tornare, venga sconfitto per sempre.

I partigiani che allora hanno lottato per la democrazia e la libertà, lasciandoci una splendida Costituzione, avevano valori, ideali, coraggio, che si scontravano con la logica disumana e criminale dei nazifascisti che annullando la realtà umana degli ebrei, dei rom e degli oppositori politici, li sterminavano come insetti, cercando poi di cancellarne anche la memoria.

manifesto ugo nespolo anpi 25 aprile 2020
In occasione del 75esimo anniversario della Liberazione il Maestro Ugo Nespolo ha realizzato e donato all’ANPI un manifesto con la parola d’ordine: RINASCERE. La Festa della Liberazione come Festa della ripartenza per tutti gli italiani.
LE RESPONSABILITA’ DEL FASCISMO

Il duce non fu una macchietta fanfarona. Il fascismo fu un regime totalitario e criminale, corporativo, razzista, imperialista, misogino, ottuso, violento, sanguinario, spietato. E tale fu Mussolini, al quale Hitler si ispirò.

Primo Levi diceva sempre che il cancro dei lager nazisti era nato da metastasi italiane.

E allora ripetiamolo ancora: il regime fascista si rese responsabile di un genocidio in Libia. Fu il primo ad usare armi chimiche contro la popolazione civile in Etiopia. E non solo.

Concepì e promulgò le leggi razziali che causarono deportazioni di massa e milioni di morti nei forni crematori. Si macchiò di assassinii feroci come quello del deputato socialista Giacomo Matteotti il 10 giugno del 1924.

ALCUNE INESATTEZZE STORICHE

Contro le falsità che ancora girano in rete ricordiamo che il duce non ha creato le pensioni (la previdenza sociale nacque nel 1898 con la fondazione della Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai. Mentre la pensione sociale viene introdotta solo nel 1969).

Né tanto meno ha istituito la cassa integrazione, che fu varata nell’agosto 1947. Mussolini non inventò l’indennità di malattia (fu istituita il 13 maggio 1947 e nel ’68 fu estesa a tutti i lavoratori).

E ancora: Mussolini non concesse il voto alle donne, che erano ammesse alle votazioni solo per piccoli referendum locali mentre erano del tutto escluse al voto per le elezioni politiche. La prima volta che le donne furono ammesse al voto fu al referendum del 1946.

Poi finalmente la libertà, ottenuta ad un prezzo altissimo, grazie all’impegno di migliaia di donne  e uomini, il nazifascismo fu sconfitto e il desiderio di democrazia, libertà e uguaglianza sociale ci regalarono una delle più belle Costituzioni Repubblicane. una serie di articoli che uno dopo l’altro promuovono equità sociale e cultura antifascista.

Una costituzione, la nostra, che però fino ad oggi, purtroppo, non ha mai avuto la sua reale applicazione,

Se finalmente attuata, con qualche modifica, potremo godere di giustizia sociale, perché chi ha di più pagherà di più e i soldi pubblici ricavati dalle tasse che Tutti verseranno, (gli evasori fiscali verranno condannati al carcere) saranno impiegati non più per fabbricare e/o acquistare armi letali, bensì per aiutare chi avrà più bisogno, e tutti i beni comuni come la sanità e la scuola saranno organizzati e finanziati a dovere, il lavoro sarà garantito a tutte la nuove generazioni, avendo cura che in tutti i luoghi siano applicate le sicurezze necessarie, affinché nessuno debba più perdere la vita mentre svolge le proprie mansioni.

Il profitto individuale passerà in secondo piano rispetto alla dignità ed alla libertà di ognuno.

I pensionati avranno riconosciuta una maggiore dignità e assegni che permettano una esistenza più tranquilla e decorosa.

Non siamo né ingenui sognatori né idealisti, ed è proprio in queste settimane, dove un nemico invisibile ci costringe a casa in un “distanziamento sociale”, che non ci appartiene, sono risultate evidenti le falle di una sanità pubblica provata da anni di tagli e restrizioni a favore di una privatizzazione aziendale dove i budget contavano più delle persone.

Queste settimane, contribuiscano a formare una coscienza più consapevole nelle persone e diventi più realistica la possibilità di avere nel futuro più prossimo una società migliore, più equa, umana, libera e giusta. Il più bello dei regali per ricordare e festeggiare il 75esimo della Liberazione.

L’ANPI provinciale di Pesaro e Urbino

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