FANO – E’ arrivata in consiglio comunale la mozione del Movimento 5 Stelle sulla questione qualità ambientale nella zona industriale di Bellocchi, il malfunzionamento della centralina installata nella zona ed il ritardo nella consegna dello studio sull’area da parte dell’azienda spin off dell’Università di Urbino.
Una tematica che, molto ingenuamente, sembra debba riguardare unicamente gli abitanti di Bellocchi, ma che tocca molto da vicino i cittadini fanesi e i residenti delle zone circostanti. L’aria non è immobile, così come non lo sono gli eventuali agenti inquinanti.
Il consigliere dei Cinque Stelle Tommaso Mazzanti ha ribadito la situazione: mancano i dati dei rilevamenti della centralina tra luglio 2017 e giugno 2019. Ci sono ulteriori buchi nei mesi di ottobre 2019, aprile e maggio 2020. Nuove problematiche nelle rilevazioni si sono registrate anche anei mesi di giugno e luglio 2020.
Il consigliere del Movimento 5 Stelle ha ricordato come da giugno a dicembre 2019 si siano verificati 38 sforamenti (il massimo consentito dalla legge in un anno è di 35 sforamenti). Nel 2020, nonostante la non completezza di dati, gli sforamenti sono 43.
Mazzanti ha fatto inoltre notare che non vengono più pubblicati i dati relativi a cinque metalli: alluminio, piombo, arsenico, cadmio e nichel i cui valori sono rilevanti in una zona industriale.
L’altro tema per cui i Cinque Stelle hanno chiesto un chiarimento è lo stato dello studio di monitoraggio ambientale di aria, acqua e suolo della zona industriale costato 73mila euro e commissionato ad un’azienda spin off dell’Università di Urbino. La consegna dello studio era già stato prorogata dall’estate 2019 a febbraio 2020.
L’Assessore Samuele Mascarin ha così risposto alle domande.
Il ritardo della consegna dello studio sarebbe motivato dalla necessità di ricostruire i dati storici ricorrendo a documenti cartacei. “Più si procede verso il passato – ha detto Mascarin – più mancano i dati per ricostruire le serie storiche”. Il comune si aspetta comunque la consegna dello studio a strettissimo giro (entro alcuni giorni). E’ prevista anche una “riconsegna” alla popolazione dei dati che emergeranno dallo studio stesso.
Sul funzionamento della centralina Mascarin ha ricostruito la storia della stessa. La centralina è entrata in funzione a dicembre 2015 e a pieno regime nel marzo 2016 registrando, da quella data, anche i dati delle pm10.
Fino a marzo 2018 ha registrato i dati. Poi da marzo 2018 a giugno 2019 c’è stata una mancata attività della centralina. I dati non sono pubblicati sul sito del comune da luglio 2017 in quanto da quel periodo Arpam ha smesso di validarli per una mancanza di fondi. Quei dati sono comunque stati presi in considerazione nello studio ha assicurato l’Assessore.
Sulle frequenti interruzioni della centralina (e quindi della disponibilità dei dati) Mascarin ha parlato di salti frequenti di corrente e interruzione della stessa nella zona industriale. Per cui ogni volta è stato necessario ritirare la centralina per farla ritornare operativa.
Per la decisione delle misure da adottare saranno importanti gli esiti dello studio perché daranno un quadro complessivo. Secondo Mascarin ci sono elementi di criticità che vanno affrontati in maniera strutturale. L’assessore ha ricordato come nessuno si sia posto il problema dagli anni ’60 ad oggi di realizzare uno studio sulla situazione della zona industriale di Bellocchi. Lo studio sarà utile anche per il nuovo piano regolatore generale. In generale, secondo Mascarin, l’area è cresciuta con una attenzione molto limitata all’ambiente.
A conclusione dell’esposizione il consigliere Mazzanti, riprendendo la parola, ha confermato di non essere soddisfatto per quanto riguarda il merito. “Sentiamo dirci da troppi mesi che lo studio sarà consegnato nel giro di qualche giorno” ha aggiunto.
La maggioranza dovrebbe spingere maggiormente sulla Regione Marche affinché la centralina possa funzionare in maniera corretta.
“Stiamo parlando da tre anni dell’aria di Bellocchi – ha aggiunto Mazzanti – i cittadini non accettano la percezione di una certo lassismo esasperante del comune. L’amministrazione sembra immobile. Tutta questa situazione autorizza i residenti a pensare agli scenari peggiori. Se così non è, i cittadini vanno rassicurati anche incontrandoli.
Occorre far percepire ai Bellocchiani – ha concluso Mazzanti – la presenza dell’amministrazione e non sentirsi, come si sentono, abbandonati per tanto e troppo tempo!”.