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Torna il Festival ‘Macchie e inchiostri’ con il giornalismo d’inchiesta

Sesta edizione della manifestazione con sette appuntamenti a ingresso libero. ‘Etica e diritti’: presentato il programma in Provincia

Macchie_inchiostri_2023_1PESARO – Torna il Festival ‘Macchie e inchiostri’ di Colli al Metauro dedicato al giornalismo d’inchiesta. «Etica e diritti» è il tema della sesta edizione della rassegna, che si articola da domenica 17 dicembre a domenica 25 febbraio con sette appuntamenti.

La manifestazione è stata presentata nella sala Pierangeli dall’assessore alle Politiche culturali di Colli al Metauro Francesco Tadei e dal presidente dell’associazione culturale ‘Macchie e inchiostri’ e direttore artistico della manifestazione Paolo Frigerio.

«Saranno proposte tematiche spesso sottaciute. La manifestazione mostrerà tratti coraggiosi e virtuosi, con spunti di riflessione che porteranno il pubblico ad interagire con i numerosi ospiti previsti nel programma», sottolinea il direttore artistico della rassegna. «Coraggio, passione e sfrontatezza sono le caratteristiche dell’iniziativa. Ci occuperemo di temi delicati, che toccano le vite e le coscienze di molti. Il filo conduttore sarà la bioetica», rileva Tadei. L’ingresso agli appuntamenti è libero.

‘Macchie e inchiostri’ è promosso dall’omonima associazione culturale in collaborazione con il Comune di Colli al Metauro e con il patrocinio di Provincia di Pesaro e Urbino e Regione Marche. «L’iniziativa è stata inserita dal nostro Comune nel calendario degli eventi per ‘Pesaro 2024’», ha rimarcato l’assessore Tadei. Info: 331.9215369. Aggiornamenti e ulteriori informazioni alle pagine fb e instagram della manifestazione e sul sito www.macchieinchiostri.it.

IL CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI

Domenica 17 dicembre, alle ore 17, nel teatro di Montemaggiore al Metauro, è in programma l’incontro ‘Non ti manchi mai la gioia’ con il teologo Vito Mancuso, già docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano e docente di “Storia delle dottrine Teologiche” presso l’Università degli Studi di Padova.

L’editorialista del quotidiano La Stampa e autore di numerosi bestseller, che attualmente insegna al master di Meditazione e neuroscienze dell’Università di Udine, presenterà il suo ultimo libro edito da Garzanti nel dialogo con Asmae Dachan, giornalista indipendente e scrittrice italo siriana, che per questa edizione del festival presenterà la sua mostra fotografica “I volti della Tanzania”.

Domenica 14 gennaio, alle ore 17, nel salone Mamma Linda di Tavernelle, è in programma l’incontro ‘Derive e Approdi: viaggio nella fragilità del sempre e del presente’, con il poeta e scrittore Daniele Mencarelli, lo psicologo e psicoterapeuta Raul Bartozzi, il direttore clinico e coordinatore dell’equipe inglese del Centro Recupero Dipendenze San Nicola Claudio Pederzani. Modera Asmae Dachan. «Tutto chiede salvezza, perché tutto ha bisogno di essere salvato: recuperare la bellezza nell’oscurità, impadronirsi della propria mente nell’estraneità e riconoscere gli altri come se stessi in un gioco di rispecchiamento reciproco.

La salvezza è dunque la capacità di restituire umanità in un mondo disumanizzato, ritrovare l’autentica socialità in una realtà sempre più atomizzata. L’individuo si salva quando si riconosce nelle proprie fragilità, le accetta e fa di queste il suo più grande punto di forza», è il tema dell’appuntamento.

Venerdì 26 gennaio, alle ore 21, nel teatro di Montemaggiore al Metauro, è in programma ‘Nedo’, monologo di Teatro Civile figlio di una presa di coscienza, con lo scrittore, podcaster, autore, attore e regista Antonio Roma e la danzatrice contemporanea Nicoletta Bellazzi.

«I Testimoni delle Deportazioni e della Shoah ancora in vita sono pochi e ormai è giunto il momento per noi di farci carico della Memoria. Nedo è il racconto degli Ebrei e degli Antifascisti costretti a vivere l’incubo della persecuzione e della deportazione nei carri bestiame, imprigionati nei campi di concentramento e di sterminio, uccisi nelle camere a gas e bruciati nei forni crematori.

Ma è anche il racconto dei Giusti che molte vite hanno salvato e di chi è sopravvissuto alla fame, alla morte dei propri cari, all’orrore dei campi e nonostante la sofferenza e la disperazione provate fino al giorno della Liberazione ha trovato la forza di Testimoniare, perché una società senza Memoria è una società smarrita», sottolineano i promotori.

Domenica 4 febbraio, alle ore 17, nel teatro di Montemaggiore al Metauro, è in programma l’incontro «Eutanasia: una condanna o una salvezza?», con il membro della giunta dell’associazione Luca Coscioni Matteo Mainardi e il giornalista Marco Tarquinio, già direttore di Avvenire e ora editorialista del quotidiano della Cei. Modera Asmae Dachan.

«L’assenza di una legge che riconosca il fine vita appare una violazione del principio di autodeterminazione. Tuttavia il suo riconoscimento implica un risvolto sociale: da un lato prevede il coinvolgimento dello Stato, delle sue strutture sanitarie e del suo personale nel procurare la morte, dall’altro pone un interrogativo sulla prevenzione rispetto alle pressioni esterne che potrebbero agire sul malato e influenzarne la decisione», rilevano i promotori.

Sabato 10 febbraio, alle ore 21, nel Teatro di Montemaggiore al Metauro, è in programma la proiezione del film documentario ‘Dalla semina al cielo. Appunti da uno spettacolo su Gino Girolomoni’. Sarà presente l’autore Filippo Biagianti, giornalista filmmaker e fotografo della Provincia, curatore di numerosi reportage e documentari che hanno ottenuto riconoscimenti all’interno di Festival Cinematografici nazionali e internazionali. Il film documentario segue l’allestimento dello spettacolo teatrale “Dalla semina al cielo. Vita e pensieri di Gino Girolomoni” scritto e diretto dal drammaturgo Aureliano Delisi, promosso dalla Provincia di Pesaro e Urbino in collaborazione con il Centro Teatrale dell’Università degli studi di Urbino – Ctu Cesare Questa, il Comune di Isola del Piano, la Fondazione culturale Girolomoni e l’Istituto Omnicomprensivo Statale “Della Rovere” di Urbania.

Il progetto nasce per promuovere i valori dell’agricoltura biologica, della sostenibilità ambientale e della tutela del territorio e dell’ambiente, offrendo un’occasione per immaginare e ripensare il futuro del territorio partendo dalle parole e dalle azioni di Gino Girolomoni, pioniere dell’agricoltura biologica in Italia.

Domenica 18 febbraio, alle ore 17, nell’ex Chiesa del Gonfalone di Saltara, è in programma l’incontro «Maternità surrogata: una forma di sfruttamento o una possibilità in più per le coppie?», con la giornalista professionista freelance Barbara Bonomi Romagnoli, il magistrato Carlo Introvigne e la docente di Filosofia Politica l’Università di Torino Valentina Pazé.

Modera Marco Labbate, assegnista di ricerca in Storia contemporanea all’Università di Urbino e vicedirettore dell’Istituto di Storia contemporanea di Pesaro Urbino. «L’incontro – sottolineano gli organizzatori – cercherà di definire i contorni epistemologici, politici e sociali della “gestazione per altre/i”, di indagarne le sue attuazioni su scala globale, entrando dentro i principali nodi etici».

Domenica 25 febbraio, alle ore 17, al museo del Balí di Saltara, è in programma l’incontro «Nuove mafie e interconnessioni con il traffico di esseri ed organi umani», con il criminologo forense e giurista Vincenzo Musacchio, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies di Newark (Usa), che dialogherà con Nello Scavo, inviato speciale di «Avvenire». Modera Asmae Dachan.

«Il traffico di esseri e organi umani – evidenziano i promotori – dovrebbe essere considerato un crimine transnazionale riconosciuto in ogni parte del mondo, poiché trafficanti e intermediari sfruttano le differenze tra i vari sistemi penali per concludere i loro affari illeciti ed evitare di essere condannati».

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