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Sanità futura, Art. 1: “Come saranno investite le risorse del PNRR nella nostra regione?”

Le risorse europee rappresentano una occasione storica anche per la sanità marchigiana. Ma dove sono i progetti per poterli investire? La riflessione di Art. 1

Marinella Topi, Art. 1

PESARO – “Il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza è oramai stato approvato dalla UE. Parliamo di qualcosa come 235 miliardi di euro, di cui oltre 20 destinati alla Missione 6 Salute e 13 alla Missione 5 per l’inclusione sociale.

Un’occasione storica sia per curare le “ferite”, tutte, lasciate dalla pandemia sia, soprattutto, per far ripartire un paese da troppo tempo fermo, socialmente ed economicamente, e impantanato in diatribe anziché in riforme che possano dare slancio al paese.

La sanità e il sociale sono sicuramente tra queste. Un’occasione storica, per mettere in sicurezza il Servizio Sanitario Nazionale Pubblico, quello che tutti ci invidiano e che ci ha protetto in pandemia, e per innovare politiche e servizi sociali e socio sanitari, sapendo che, se lo si fa, si guarda al futuro, alle donne, ai nostri giovani.

Un paese in salute e che è in grado di occuparsi dei più fragili è un paese che fa crescere tutti. C’è traccia di tutto questo nella discussione marchigiana e del nostro territorio? No.

Nessuno sembra accorgersi che se a settembre non ci si presenta agli appuntamenti di programmazione e progettazione con idee chiare e condivise, i soldi della UE non arriveranno. La giunta di centrodestra prosegue nei suoi annunci elettorali, tutto a tutti, un po’ di qua e un po’ di là.

Nel frattempo Cgil Cisl Uil sono in piazza per una mobilitazione regionale a sostegno del diritto alla salute nella nostra regione, ragioni che sottoscriviamo in pieno, a partire dalla carenza oramai questa sì, ancora emergenziale, di personale che attraversa in lungo e in largo tutta la regione e anche il nostro territorio.

Impietoso il quadro che emerge dal Rapporto della Corte dei Conti sulla Finanza Pubblica, che dedica ampio spazio a come le Regioni hanno speso, invero solo in parte, le risorse che il Ministero della Salute ha dedicato sia all’emergenza Covid sia alle assunzioni a tempo indeterminato di personale e agli investimenti in strutture (dati ad Aprile 2021).

Le Marche hanno avuto assegnati, da inizio pandemia, quasi 93 milioni di euro, sia per gestire l’emergenza sia per fare investimenti su strutture e personale.

Solo 5 medici sono stati assunti a tempo indeterminato e zero infermieri, il resto del personale, oltre 1400 operatori sanitari assunti tutti con contratti precari.

La vicina Emilia Romagna ha reclutato a tempo indeterminato, in pochi mesi, oltre 2000 infermieri.

Eppure si poteva fare di più e meglio, invece ci si è arrivati del tutto impreparati, senza programmazione, senza graduatorie. Un dato tra i peggiori a livello nazionale, quello delle Marche.

La fotografia per le Marche è piuttosto impietosa anche per ciò che riguarda la realizzazione dei posti letto aggiuntivi di terapia intensiva, semi intensiva e per ristrutturare i pronto soccorso. Poco più del 25%  degli interventi, ad aprile 2021, risultano realizzati.

Avremo, con il PNRR, assegnate risorse per progettare, come Marche, 32 Case della Salute, 10 ospedali di comunità, per triplicare la percentuale di over 65 assistiti a domicilio, per realizzare 15 centrali operative per l’assistenza territoriale, questo l’obiettivo da qui al 2026. Più altre risorse per ristrutturare e ammodernare, anche con nuove tecnologie, gli ospedali esistenti.

Con chi si pensa di discutere di tutto questo? Dove sono le idee e i progetti? Il coinvolgimento dei professionisti sanitari e del sociale? Anche i comuni avranno un ruolo fondamentale per ciò che riguarda l’integrazione con i sistemi di welfare locale. Perché non mettere sin da ora, in trasparenza e a disposizione di tutti i portatori di interessi, le informazioni necessarie per sviluppare la progettualità?

Quale futuro per il diritto alla salute nel nostro entroterra e, in particolare, per l’Ospedale di Urbino, oggi in profonda sofferenza di personale e di servizi? Messo in un cassetto il nuovo ospedale a Muraglia, che come Art.1 abbiamo sempre ritenuto sbagliato sia per il sito scelto che soprattutto per il project financing con cui si pensava di realizzarlo, quale sarà, al di là degli annunci propagandistici il futuro per l’ospedale più importante della nostra Provincia?

Vediamo sorgere ovunque nuovi e vecchi campanili, anche tra Pesaro e Fano: un atteggiamento sbagliato, antistorico, che non sa guardare ai progressi della medicina e della tecnologia, che non sa guardare all’appropriatezza delle prestazioni e alle rivendicazioni delle persone e dei professionisti che vi operano.

Il PNRR è, prima di tutto, una grandissima occasione di rilancio del Servizio Socio Sanitario Nazionale ma può trasformarsi, è bene saperlo, in un grande “banchetto” per i privati che operano in questi settori.

La ricerca dell’equilibrio giusto, delle garanzie di qualità delle prestazioni e di rispetto dei diritti di chi lavora in questi settori è responsabilità della Regione Marche.

Soprattutto per queste ragioni e per non sprecare la grande occasione di investimento che il PNRR ci consegna, noi pensiamo sia necessario avviare, fin da subito, un percorso partecipato, nelle conferenze dei sindaci, nella conferenza sanitaria di area vasta, tra gli operatori, nel mondo del sociale, le forze politiche, comprese quelle non presenti in Consiglio regionale, per poter cogliere le migliori esperienze e, soprattutto le competenze che ci sono nel Paese quanto a personale, servizi e strutture.

Non “vincerà” chi fa propaganda alla ricerca di un facile consenso ma chi avrà le idee e i progetti migliori”.

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