Sanità, Baldelli: «Dal Pd solo lacrime di coccodrillo e guai in vista per Ceriscioli sul Covid Hospital di Civitanova»
L'ex sindaco di Pergola attacca le gestione regionale della sanità e parla del blitz della Guardia di Finanza al Covid Center di Civitanova Marche.
PERGOLA – «Il sindaco di Pesaro Ricci dice di commuoversi per il lavoro svolto dagli operatori durante la gestione della pandemia e “riscopre il valore della sanità pubblica”, su cui “bisogna continuare a investire”.
Lacrime di coccodrillo verrebbe da dire, considerato che fino a ieri, ma anche oggi visto il piano sanitario regionale, l’obiettivo del Pd era ed è depotenziare o chiudere gli ospedali del territorio e concentrare tutto in un’unica struttura per ogni provincia».
Lo spiega Francesco Baldelli, vice presidente nazionale Anci, che si batte da anni a difesa degli ospedali della nostra provincia. «Oggi, alla luce di questa virata elettorale di uno dei massimi esponenti del disastro sanitario nelle Marche, molti cittadini si pongono due domande – prosegue l’ex sindaco di Pergola, uomo di punta di Fratelli d’Italia -.
La prima: cosa pensava il triumvirato Pd Ricci-Ceriscioli-Mangialardi quando girava la nostra regione depotenziando e chiudendo ben 13 ospedali, privando dei servizi di base per la salute migliaia di cittadini dell’entroterra e congestionando la costa?
La seconda domanda: solo ora, a 2 mesi dalle elezioni, s’accorge degli affollamenti nelle poche strutture rimaste? Noi abbiamo sempre combattuto questa politica sciagurata della sanità ‘modello Pd’, e difeso il modello degli ospedali diffusi sul territorio, avvertendo, fin dall’inizio, delle conseguenze nefaste per i cittadini di una politica sanitaria accentratrice, che, smantellando la rete di eccellenze sul territorio e concentrandone gran parte su un unico ospedale, avrebbe determinato la morte di un diritto sacrosanto per ogni marchigiano compresi gli abitanti della costa: quello alla salute.
Risultato? Ospedali chiusi o depotenziati per i comuni dell’entroterra e di Fano nonché interminabili liste di attesa e disservizi per l’ospedale di Pesaro. Una politica sanitaria che, proprio nell’emergenza Covid, ha mostrato tutte le sue storture, facendo leva quasi esclusivamente su pochi centri di eccellenza e soprattutto sui professionisti che vi lavorano, i quali hanno dovuto lottare in proprio».
«La sanità pubblica è collassata a Pesaro come a Bergamo e non si risolve, come suggerisce Ricci, accorpando le Regioni – continua Baldelli – ma garantendo una univocità di indirizzo perché proprio il coronavirus ha dimostrato che di fronte a un’emergenza mondiale non possiamo avere 20 risposte regionali diverse.
E’ necessario che ci sia una risposta coordinata su tutto il territorio nazionale con una regia che sia in grado, in tempi rapidi, di concentrare le risorse laddove servono, senza lasciare le Regioni sole esponendole alla conseguenza di non riuscire a dare le risposte necessarie per mancanza di capacità e fondi. Non è accettabile che nelle Marche e altrove ci siano state conseguenze del virus più devastanti per non aver saputo da subito applicare lo stesso metodo di intervento del Veneto.
Pensiamo solo al Covid Hospital di Civitanova, sponsorizzato dal governatore Ceriscioli e oggi sede del blitz della Guardia di Finanza per presunte irregolarità – conclude l’esponente di Fdi -: i milioni mal investiti in quella struttura, finita in queste ore sotto le attenzioni della magistratura, dovevano essere destinati a rafforzare la rete territoriale di ospedali, evitando i trasferimenti di malati anche a centinaia di chilometri di distanza (è il caso di molti pesaresi che sono stati trasportati all’ospedale di Camerino, in provincia di Macerata)».