Piano regionale dei rifiuti, Province in ritardo di almeno quattro anni
Il neo assessore all'ambiente Stefano Aguzzi sollecita le Assemblee territoriali a trasmettere la documentazione sui piani d’ambito, già in ritardo di quattro anni.
ANCONA – “Un’urgente richiesta ai presidenti delle Assemblee territoriali sullo stato di attuazione dei Piani d’ambito di gestione dei rifiuti, in vista dell’aggiornamento del Piano regionale”.
A distanza di quattro anni dalla scadenza di presentazione, l’assessore regionale all’Ambiente Stefano Aguzzi sollecita, con una lettera inviata ai presidenti delle Province (presidenti delle Assemblee territoriali), di documentare alla Regione il percorso svolto, lo stato di avanzamento e il programma temporale di conclusione dell’iter.
“Sono informazioni utili, necessarie e indispensabili per l’apertura del Tavolo di lavoro congiunto che dovrà portare alla definizione del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr).
Le Assemblee territoriali dovevano presentare i rispettivi piani d’ambito entro un quinquennio dall’adeguamento del Prgr avvenuto con deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale nell’aprile del 2015. Entro il termine, ampiamente scaduto, non è pervenuta nessuna indicazione sul percorso realizzato o concluso.
Senza questa documentazione è oggettivamente impossibile delineare la nuova programmazione, con grave ricadute sulla complessiva ed efficace gestione del ciclo dei rifiuti”.
Nella lettera inviata ai presidenti, l’assessore ricorda che la legge finanziaria del 2010 assegna alle Assemblee territoriali d’ambito la gestione integrata dei rifiuti già esercitata dalle Autorità d’abito.
Il Piano d’ambito deve definire le attività e i fabbisogni degli impianti necessari a garantire la gestione integrata dei servizi.
Il piano deve contenere “in particolare e tra le altre cose, l’analisi della situazione esistente, con individuazione e valutazione delle criticità del sistema di gestione integrata dei rifiuti; il modello gestionale e organizzativo per la realizzazione di una rete integrata e adeguata di impianti, al fine di realizzare l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi, dei rifiuti derivanti dal loro trattamento e il recupero dei rifiuti urbani indifferenziati”.
Aguzzi conclude la richiesta di informazioni sottolineando come l’assenza dei Piani d’ambito, “ormai a distanza di più di cinque anni dall’approvazione del PRGR, ha comportato in generale la mancata attuazione degli obiettivi”.