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Pesaro ha festeggiato la Festa dell’indipendenza albanese

Ricci e Perugini: «Una comunità che ha saputo integrarsi e dimostrare carattere. Insieme portiamo avanti tante battaglie».

festa della indipendenza albanese pesaro anila bitriPESARO – È tornata a sventolare dal balcone del palazzo comunale di piazza del Popolo, la bandiera dell’Albania in occasione della Festa dell’Indipendenza albanese che questa mattina la presidenza del Consiglio comunale ha voluto ricordare con un appuntamento in streaming. A partecipare sono stati Matteo Ricci, Sindaco di Pesaro, Marco Perugini, presidente del Consiglio comunale, Klarita Grazhdani, Mediatore interculturale ed esperta in politiche dell’immigrazione, Anila Bitri, Ambasciatrice della Repubblica d’Albania in Italia e Laert Armiri, studente.

“L’INTEGRAZIONE COME SFIDA FONDAMENTALE”

«L’integrazione è una sfida fondamentale in questi tempi – così il sindaco Matteo Ricci -. Integrazione significa avere città migliori e più sicure. Dove c’è separazione si creano tanti problemi di carattere sociale. Quella albanese è una delle comunità più integrate nella nostra città, insieme abbiamo portato avanti tante battaglie».

Tra queste il sindaco ricorda quella dello ius soli, «Dall’esperienza di un ragazzino albanese abbiamo lanciato tanti anni fa l’idea di riconoscere ai bambini nati qui anche la cittadinanza italiana. Una battaglia che in Italia non è ancora stata portata a compimento, ma che continueremo con grade determinazione a proporre».

Poi i ringraziamenti alla mediatrice culturale Klarita Grazhdani: «Una spalla fondamentale dal punto di vista umano. In questi anni ha saputo creare opportunità, collegamenti, ha dato servizi e supporto. Ha fatto sentire le persone meno sole e più integrate nella nostra comunità». Infine l’augurio, «Un buon lavoro a tutti, è un momento complicato.

Abbiamo un nemico da sconfiggere, il Covid-19, speriamo che questo vaccino arrivi il prima possibile a liberare le nostre città da questo virus che ha messo a terra la salute e l’economia di tanti. Arrivederci al 2021, speriamo sia l’anno della rinascita per tutti».

L’IMPORTANZA DEL 28 NOVEMBRE PER LA COMUNITA’ ALBANESE

A dare il via alle celebrazioni è stato l’inno albanese, seguito dall’intervento di Marco Perugini: «Il Giorno dell’Indipendenza albanese o Giorno della Bandiera (dita e Flamurit), è la festa nazionale dell’Albania nata per commemorare sia la Dichiarazione d’indipendenza del Paese dall’Impero ottomano, firmata il 28 novembre 1912 a Valona, sia il sollevamento della prima bandiera albanese il 28 novembre 1443 a Kruja. Si festeggia ogni anno il 28 novembre in Albania, Kosovo e nei luoghi principali della diaspora albanese».

Un appuntamento importante anche per Pesaro, che ha voluto celebrare la giornata come segno di unione alla comunità albanese, la più numerosa del territorio: sono 500 i cittadini albanesi residenti a Pesaro (il 6,6% al 1 gennaio 2020); 3.702 quelli residenti nella provincia (il 12,6%) e 15.509 nella regione (i numeri escludono i residenti con doppia cittadinanza).

«Una comunità – ha sottolineato Perugini – che ha saputo integrarsi e dimostrare carattere e intraprendenza. Che ha accolto la cultura italiana e l’ha fatta propria; che si è integrata con una velocità e una intelligenza impressionante, entrando a far parte del tessuto sociale e economico del nostro territorio».

LA BANDIERA ALBANESE HA SVENTOLATO DAL BALCONE DEL MUNICIPIO

Come ha confermato Grazhdani, mediatore interculturale ed esperta in politiche dell’immigrazione che, commossa, ha detto: «Quando vedo la bandiera albanese sventolare dal balcone del Municipio vedo la storia del mio popolo. La bandiera rossa rappresenta il sangue versato dagli albanesi in tutti gli anni dell’occupazione mentre l’aquila raffigura la voglia di libertà degli albanesi. Un valore che cerchiamo di difendere dopo aver vissuto tanto tempo nell’ingiustizia».

Grazhdani ha ricordato il programma del sindaco Ricci «in cui c’è scritto ‘abbracciare significa proteggere senza escludere nessuno’ e ‘amare la città significa valorizzare al massimo le sue unicità’; la nostra comunità completa questi appelli dicendo che amare Pesaro significa far conoscere e valorizzare le stesse ricchezze culturali che provengono dalle altre etnie diversi residenti nel nostro comune, sviluppare il turismo tra paesi del Mediterraneo, costruire ponti per lo sviluppo reciproco, gemellaggi tra le scuole e appalti tra le ditte per far crescere e sviluppare rapporti di cooperazione internazionale tra l’Italia, l’Albania e l’Europa».

“L’ALBANESITA’ E’ UN ELEMENTO FONDANTE DELL’ITALIANITA'”

È stato poi il momento di Anila Bitri, Ambasciatrice della Repubblica d’Albania in Italia: «Il mese di novembre è il mese degli albanesi. Un popolo sparso in tutto il mondo e che oggi si ritrova per celebrare questa giornata. Lo scorso anno ci siamo adunati con il dolore nel cuore (riferendosi al sisma del 26 novembre 2019, ndr) per accogliere le donazioni e gli aiuti a favore dei terremotati o per accendere una candela.

Anche quest’anno le celebrazioni non possono che essere diverse dal solito. Ma il gesto fatto da Pesaro, l’aver innalzato la bandiera, ci sostiene e per questo vi ringrazio di cuore: alzare il drappo diventa un’abitudine che si riflette nella vita della comunità albanese spingendo l’integrazione».

«L’albanesità è un elemento fondante dell’italianità. Vi ringrazio per quanto fatto negli anni scorsi e per tutto ciò che le istituzioni italiane faranno per la comunità albanese. Mi sento orgogliosa per i tanti passi fatti insieme».

L’ambasciatrice ha concluso con un proposito: «Siamo diventati complementari e dobbiamo condividere le problematiche.

Come fatto dopo il terremoto quando la Protezione civile italiana ci è stata vicina durante l’emergenza, e come quando, nei mesi scorsi, i medici albanesi sono venuti in Italia per affrontare la prima ondata di Covid-19. Cogliamo come occasione questo modo nuovo di stare insieme, anche nella distanza e affrontiamo uniti le sfide future».

La mattinata si è conclusa con il saluto di Laert Armiri, studente della Don Gaudiano, tra i protagonisti delle celebrazioni dello scorso anno che ha spronato le «istituzioni dei due paesi a impegnarsi per insegnare la storia, la cultura, la scrittura degli stessi».

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