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Pesaro commemora Alcide De Gasperi

Alcide_de_GasperiPESARO – Nel tradizionale filone commemorativo attivato diversi anni fa dal Centro Studi Sociali “Alcide De Gasperi”  di Pesaro si inserisce anche per il 2019 il “ricordo “ dello statista trentino nel 65° della scomparsa: nella chiesa cattedrale della città sabato 30 novembre alle ore 18.30 sarà celebrata una Messa Solenne la cui liturgia verrà quest’anno presieduta da Don Stefano Brizi, vicario generale della Arcidiocesi.

Prosegue così l’alternanza di  presenze di Autorità vaticane con esponenti della Chiesa locale. Infatti nelle recenti circostanze sono intervenuti i Cardinali Vegliò (2007), Re (2009), Sebastiani (2010), Sgreccia (2011), Bassetti (2015), Menichelli (2018), i Vescovi Toso (2012), Zani (2013), Marchetto (2014),  nonché l’arcivescovo metropolita di Pesaro Coccia (2016), il vescovo di Fano Trasarti (2017) ed il Parroco Rettore della Cattedrale di Pesaro Don Rossini (2008).

Ed ora  presiederà la Liturgia Eucaristica appunto Don Stefano Brizi, Vicario generale  e attuale  Parroco Rettore della Cattedrale. E’ previsto , compatibilmente però con gli impegni in agenda, che l’arcivescovo Piero Coccia, rivolga ai presenti un pensiero conclusivo.  Hanno assicurato la loro partecipazione il prefetto Vittorio Lapolla ed altre autorità statali e locali.

“Oltre agli aspetti liturgici – osserva Giorgio Girelli coordinatore del Centro – l’evento esprime anche l’esigenza di un deciso richiamo ai valori di fondo fortemente interpretati da Alcide De Gasperi e rispetto ai quali oggi non si avverte la necessaria sensibilità. Un piccolo ricordo attesta la tempra dell’uomo. A fronte dell’acceso dibattito che recentemente è insorto sull’uso dei beni pubblici da parte di politici, Alcide De Gasperi, alla figlia che gli aveva chiesto di usare la sua vettura per una commissione, rispose: ‘Non è possibile. Quella non è la macchina di tuo padre ma del Presidente del Consiglio’.

E soprattutto ai giovani vanno offerti esempi di vita motivata ed ordinata, di compostezza e dignità, ben lungi da deplorevoli andazzi e sciatterie che oggi, anche ad alti livelli, non avvicinano le Istituzioni al popolo, ma semmai le umiliano”.

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