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Monte di Pietà, Rifondazione: “Ciò che si temeva è successo davvero”

Dopo oltre 500 anni un'altra preziosa istituzione se n'è andata. La nota del circolo di Fossombrone di Rifondazione Comunista.

monte di pieta fossombroneFOSSOMBRONE – “Ai primi di novembre giunse la notizia che Banca Intesa San Paolo aveva preso il posto di Banca Marche nella gestione dell’attività del Monte di Credito su Pegno, ma che non aveva alcuna intenzione di continuare l’attività sul posto. Il sindaco riferì in consiglio di avere inviato una lettera di diffida.

Non tutti sanno che l’attività di prestito su pegno, gestita direttamente dal Monte con proprio personale, si è interrotta, per legge, nel 1995 allorché fu affidata ai locali istituti bancari – nel nostro caso la Cassa di Risparmio di Pesaro – e il Monte di Pietà trasformato in Fondazione.

Il Consiglio di amministrazione della Fondazione di Fossombrone ha affittato alla banca tre stanze del piano nobile del bel palazzo Seta-Rufo-Cattabeni per continuare a svolgere nello stesso posto l’attività di prestito, che veniva effettuata due volte alla settimana da una dipendente della Cassa di Risparmio di Pesaro e successive fusioni bancarie con l’assistenza nel corridoio d’ingresso di una guardia giurata.

Purtroppo con le varie operazioni di accentramento bancario si è persa la possibilità di un rapporto diretto con la dirigenza degli istituti bancari.

Oggi tale attività è passata ad Intesa San Paolo, una delle principali banche italiane ed europee, che non ha alcuna voglia di conoscere la storia della benefica plurisecolare attività del Monte di Pietà né di continuarla, almeno qui da noi.

Anzi risulterebbe che Intesa San Paolo abbia ceduto questo ramo di azienda, che comprende anche qualche altro Monte di credito su pegno, ad un’altra società.

In un primo momento pareva che l’attività dovesse cessare entro il 31 dicembre, poi l’Amministrazione comunale era riuscita a spostarne la data al 5 febbraio, guadagnando tempo per trovare un’adeguata soluzione che consisteva in due azioni parallele:

– contattare qualche istituto bancario locale per verificarne la disponibilità a gestire in proprio, come accadeva nel passato, l’attività di credito su pegno nei locali dello storico palazzo;

– chiedere alla nuova società la disponibilità a cedere tale attività già del Monte di Fossombrone e passarla all’istituto bancario locale e questo anche per tutelare i cittadini che hanno portato un bene al Monte e nel momento che intendessero riscattarlo non potrebbero più effettuare tale operazione a Fossombrone, ma dovrebbero andare a Milano o altrove.

Sarebbe stato molto utile anche un consiglio comunale aperto per far conoscere a Intesa San Paolo la volontà unanime della cittadinanza nel richiedere la continuazione dell’attività del Monte qui a Fossombrone.

Da tempo non abbiamo più informazioni sull’evolversi dei fatti, sul “se” e sul “come” si siano svolti gli incontri e le eventuali trattative e le conclusioni.

Quel che è certo, purtroppo, è che venerdì 4 febbraio è stato l’ultimi giorno di attività di prestito e il Monte ha chiuso i battenti.

Dopo oltre 500 anni un’altra preziosa istituzione se n’è andata. Anche l’archivio dei prestiti è in partenza.

A questo punto i cittadini tutti hanno il diritto di essere informati e di sapere ciò che è stato fatto in questo ultimo periodo per far tornare l’attività di credito su pegno a Fossombrone”.

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