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Le piazze del 15 marzo, un pugno nello stomaco per noi adulti

Alcuni ragazzi fanesi che dopo la manifestazione in piazza sono andati a pulire la spiaggia di Sassonia (foto Alessandro Antonioni)
Alcuni ragazzi fanesi che dopo la manifesazione in piazza sono andati a pulire la spiaggia di Sassonia (foto Alessandro Antonioni)

Fannulloni, svogliati, demotivati, sballati, viziati e la lista potrebbe ancora continuare a lungo, sono questi gli aggettivi che più spesso utilizziamo per definire i nostri giovani, quelli che vanno in discoteca il sabato sera e che, a causa di qualche scemo, perdono anche la vita.

Proprio quella generazione, ieri 15 marzo 2019, in tutto il mondo, è scesa in piazza per ricordare a noi adulti che stiamo uccidendo il loro futuro. La manifestazione di ieri, nelle piazze di Fano e di Pesaro, è stata un pugno nello stomaco per la nostra generazione di adulti che, per la prima volta, cediamo un testimone alle nuove generazioni le quali si troveranno ad affrontare un futuro più difficile: padri che lasciano in eredità problemi ai loro figli, questo non ci fa veramente molto onore!

Quei giovani in piazza ieri, potevano essere di più e se saranno tenaci sicuramente saranno di più, ci hanno ricordato che il cambiamento climatico non riguarda Paesi lontani da noi, ma incide sulle nostre esistenze, già oggi: siccità che provoca carestie in tutto il mondo con migliaia di morti (anche i nostri fiumi sono a secco in questo periodo), tempeste e alluvioni che provocano morti, il nostro Paese sta sperimentando tutto ciò sulla propria pelle.

C’è poi il grande tema dei rifiuti: le plastiche hanno invaso mare e terra e, sono dati confermati dalla scienza, sono entrate nella nostra catena alimentare: le plastiche abbondante finiscono in mare, se le mangiano i pesci, gli stessi pesci che ritroviamo sulle nostre tavole.

Un pianeta Terra violentato che forse si è stancato di sopportarci, ci “richiama all’ordine” e al rispetto ma non fra 100 anni, ora. Il tempo sta per scadere. E questi ragazzi, che su questo unico pianeta dovranno vivere, ce lo hanno ricordato.

I politici, quelli che anche ieri hanno avuto il coraggio di sfilare accanto agli studenti, non confondano però le carte in tavola. La protesta, civile, è anche nei loro confronti: i sindaci delle nostre città hanno responsabilità e sono chiamati a cambiare le cose, ora e subito. E’ troppo semplice richiamare la buona volontà di tutti. Certo che valgono e contano i comportamenti corretti di ciascuno: ma chi inquina va punito e sanzionato e questo spetta all’autorità pubblica.

Occorre che chi guida una comunità si assuma le proprie responsabilità. C’è una ferrovia chiusa da 30 anni nella Valle del Metauro che si sarebbe potuta riaprire ed elettrificare: il treno è uno dei mezzi di trasporto più ecologici! Perché non si è fatto? Si è forse preferito difendere altri interessi rispetto al bene delle comunità?

Serve un progetto di mobilità complessiva che contempli treno, più mezzi pubblici, più piste ciclabili ma non si possono cavalcare ed anche alimentare strumentalmente guerre di posizione che durano decenni senza avere il coraggio di scegliere per il bene delle proprie comunità.

I ragazzi di Fano, dopo aver manifestato, sono andati a pulire le spiagge della Sassonia, le aree intorno alle loro scuole, per dire che loro ci sono. Ieri è stato un inizio come dice la giovane ragazza svedese Greta Thunberg, un inizio che il cambiamento è necessario, urgente e non più prorogabile.

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