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L’Assessore al Welfare Tinti: “Verso un nuovo Ambito Sociale”

Si va verso un modello datato di autonomia giuridica che sia più snello e funzionale

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Dimitri Tinti, assessore al Welfare del Comune di Fano

FANO – L’ambito sociale 6 si rinnova e programma il proprio futuro. Dopo la richiesta di incontro avanzata dalle sigle sindacali provinciali e da quelle della funzione pubblica, si è svolto ieri il primo confronto finalizzato alla condivisione dello sviluppo dell’Ambito Territoriale Sociale 6 (ATS 6). Il progetto prevede di creare un soggetto con piena personalità giuridica, dotato di un modello organizzativo più funzionale e snello.

All’incontro erano presenti i rappresentati di CGIL CISL e UIL e, per la parte pubblica, il Presidente del Comitato dei Sindaci dell’ATS 6, Dimitri Tinti, la Dirigente-Coordinatrice dell’Ambito, Roberta Galdenzi e il Capo di Gabinetto e Dirigente del Personale del Comune di Fano, Pietro Celani.

“Insieme ai sindacati abbiamo individuato le priorità e definito la tabella di marcia – così l’assessore Tinti, presidente dell’ATS 6, che aggiunge – È stato un incontro costruttivo da cui sono emersi alcuni aspetti critici, di cui avevamo cognizione.

Abbiamo constatato anche la consapevolezza dell’importanza di avere un soggetto dotato di autonomia e personalità giuridica, che coniughi efficacia ed efficienza. Un modello più agile e capace di costituire un Welfare davvero integrato, in grado di realizzare interventi incisivi e appropriati ai bisogni sociali crescenti e mutevoli del territorio dei 9 comuni”.

A dicembre 2019, infatti, erano stati adottati gli atti deliberativi, prima dal Comitato dei Sindaci e poi dai 9 Consigli comunali, per l’approvazione della Convenzione per la costituzione in forma associata del servizio sociale dell’ATS 6.

“Con gli altri 8 Comuni – spiega Tinti – avevamo fin dall’inizio condiviso l’esigenza di dare nuovo slancio all’Ambito Sociale, prima passando ad una convenzione con delega piena di funzione al Comune di Fano e poi avviando un percorso condiviso per superare entro 3 anni il modello convenzionale attraverso la creazione dell’Unione dei Comuni o dell’Azienda Pubblica di servizi alla Persona (ASP), cogliendo l’invito del nuovo Piano Sociale 2020/2022 e secondo le possibilità previste dalla normativa”.

Alla fine del 2020, è stato approvato dal Comitato dei Sindaci dell’ATS 6 un cronoprogramma delle azioni da avviare per la gestione associata, valutando di utilizzare il periodo della durata della convenzione per accompagnare gradualmente il percorso di costruzione dell’Azienda Pubblica di Servizi a partire dal 2023.

“Abbiamo voluto rassicurare i rappresentanti sindacali sulle valutazioni di opportunità politica e di visione strategica per il territorio alla base di questa scelta programmatica che deve essere ancora implementata – continua Tinti – È un percorso complesso in cui le difficoltà non vanno sottovalutate, ma occorre il massimo grado di partecipazione di coloro che rappresentano i lavoratori interessati e i bisogni diffusi nelle comunità dei 9 comuni”.

L’incontro si è concluso concordando l’istituzione di un tavolo tecnico con le organizzazioni sindacali sia sugli aspetti che riguardano la tutela dei dipendenti comunali sia sui contenuti del nuovo modello organizzativo dell’Ambito sociale.

“Dall’amministrazione di Fano e dagli altri 8 comuni – assicura Tinti – c’è la volontà di procedere sul nuovo modello organizzativo per accelerare la gestione associata delle politiche sociali. Intanto i 9 comuni hanno recentemente adottato il nuovo Regolamento dei Servizi Socio-Assistenziali, già condiviso coi sindacati, con criteri e modalità di accesso uniformi su tutto l’ambito. Inoltre abbiamo avviato la gestione unitaria, tramite un’unica gara, dei servizi di educativa domiciliare per minori e di assistenza all’autonomia e alla comunicazione per studenti disabili.

A breve sarà attiva anche la gestione unitaria del servizio di assistenza domiciliare per le persone anziane non autosufficienti senza rete parentale, adulti a rischio di emarginazione, persone con disabilità e nuclei familiari con minori in situazione di fragilità”.

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