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Infiltrazioni mafiose, le Marche non sono impermeabili

omicidio-pesaro-infiltrazioni-mafiosePESARO – Il fatto di sangue accaduto a Pesaro ha aperto il dibattito sulle infiltrazioni mafiose in Provincia di Pesaro e nelle Marche. Il coordinamento provinciale Antimafia e la Fattoria della Legalità di Isola del Piano, da diversi anni, contribuiscono a tenere viva l’attenzione attraverso iniziative di formazione rivolte alle scuole e non solo.

“Marcello Bruzzese, 51 anni, è stato ammazzato a Pesaro la sera del giorno di Natale. Viveva sotto protezione, ma il suo nome di battesimo compariva pure sulla cassetta delle lettere della casa in cui abitava, in via Bovio, in pieno centro. Aveva appena parcheggiato la macchina in garage quando due uomini, cappello in testa e bavero della giacca rialzato, si sono avvicinati e gli hanno scaricato addosso una ventina di colpi di pistola, quindici dei quali sono andati a segno, uccidendolo.

Sembra la sceneggiatura di un classico film di mafia ambientato in Sicilia, invece è accaduto in un tranquillo capoluogo marchigiano. Certamente occorrerà attendere le indagini per capire con esattezza la natura di questo omicidio ma, nel frattempo, crediamo che sia importante mantenere alta l’attenzione su questo fatto.

Da tre anni nella provincia di Pesaro e Urbino abbiamo dato vita al progetto “La primavera della legalità”: diverse associazioni, realtà e scuole si sono messe insieme per unire le loro forze sul tema della criminalità e della legalità del nostro territorio.

Continuiamo a sostenere che sebbene le Marche non siano una regione tipicamente mafiosa e il numero dei beni confiscati sia attualmente limitato, il territorio marchigiano si è mostrato però non impermeabile a questo tipo di “infiltrazioni”. Attualmente sono 37 gli immobili e 5 le aziende sequestrate. In tutti questi anni abbiamo ripetuto, ai cittadini e alle istituzioni, che sul tema criminalità organizzata nel nostro territorio dobbiamo avere tutti più attenzione.

È per questo che riteniamo che il bene confiscato di Isola del Piano, gestito dal 2011 da “Libera” e successivamente dalla “Fattoria della Legalità”, possa essere assunto come punto di riferimento per la promozione di riflessioni e azioni condivise sul tema della legalità, in considerazione del suo alto valore simbolico.

Come ci hanno ricordato Nicola Gratteri e Antonio Nicaso nel 2017, in un incontro promosso dalla Primavera della legalità proprio a Pesaro: “In Emilia, Piemonte, Veneto, Toscana, Lazio, Abruzzo e nelle Marche c’è un negazionismo strisciante, come se la ‘ndrangheta fosse un marchio a distribuzione limitata e non piuttosto un modello esportabile strettamente integrabile con il potere politico ed economico del territorio”.

Purtroppo la maggioranza delle persone crede che il problema riguardi sempre e solo il proprio vicino. In realtà, al di là di quest’ultimo fatto, nella stessa provincia di Pesaro e Urbino sono stati confiscati dei beni alla mafia: segno che qualcosa sta scricchiolando nonostante il nostro tessuto sociale sia ancora forte.

Episodi inquietanti si sono verificati in questi anni, dalla scoperta di una rete criminale che commetteva reati legati alla contraffazione, al traffico di rifiuti pericolosi, alle estorsioni, ai sequestri di droga, all’usura, alla prostituzione, ai reati ai danni del patrimonio, ai traffici illeciti internazionali. Si tratta di episodi che non bastano a definire le Marche una regione ad alta esposizione mafiosa ma che sono sufficienti a suggerire la necessità di monitorare seriamente il fenomeno.

Auspichiamo quindi che questo drammatico fatto dia maggior consapevolezza a istituzioni e ai cittadini sulla necessità di dedicare più attenzione al tema della criminalità organizzata”.

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