Giornate FAI d’Autunno, a Pergola aperti tre tesori della città
Le visite guidate vanno prenotate e prevedono un contributo.
PERGOLA – Tre delle tante meraviglie della città di Pergola apriranno le porte in occasione delle Giornate Fai d’Autunno, in programma questo fine settimana (17 e 18 ottobre) e il prossimo weekend (24 e 25 ottobre).
Un itinerario tra chiese e tesori da scoprire grazie a visite guidate: sabato pomeriggio (15-18) e domenica (10-12.30, 15-18). Le visite prevedono un contributo e vanno prenotate.
Si potranno ammirare la chiesa di Santa Maria di Piazza, Santa Maria delle Tinte e l’oratorio dell’ascensione al Palazzolo. Quest’ultimo, scrigno d’arte di rara bellezza, partecipa alle decima edizione de I Luoghi del Cuore, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare ed è stato oggetto da parte dell’amministrazione comunale di alcune opere di consolidamento della copertura e di ripristini edilizi per eliminare infiltrazioni d’acqua piovana.
«Le Giornate del Fai di Autunno nelle Marche – evidenzia l’assessore alla cultura Ciro Mariani – oltre ad attivare i nostri sensi verso la ricerca del bello, richiamano la voglia di uscire, incontrare gli altri e in questo periodo in cui i rapporti interpersonali sono ‘faticosi’, incerti, abbiamo la grande opportunità di alimentare altri sensi, o meglio di ricercare nell’assoluta trasformazione dei comportamenti, quel modo gentile e delicato di avvicinare l’altro a noi.
Diversamente. Qui l’arte è maestra di vita. Svela a tutti noi che, nell’assenza di quel contatto fisico a cui eravamo abituati, è sempre possibile svelare senza filtri e con sincera ammirazione l’altra faccia dell’umanità, dove appunto l’arte ci accoglie con grande rispetto e riconoscenza.
Forse è la riconoscenza verso l’arte che a noi o a molti di noi manca. Quella riconoscenza che ci permette di dialogare con quello scambio tra le parti, dove il contatto fisico, si sposta inesorabilmente verso un’esperienza mistica, intima e assoluta, dove la parola non ha patria.
È qui che la nostra scontata certezza di verità, la nostra ostentata vanità che l’opera d’arte può attendere, nella speranza che niente possa mutuare il corso delle cose e l’infinito che l’Arte stessa rappresenta, rimandiamo l’incontro con ciò che più di ogni altra cosa scava nel profondo dell’anima, dove ognuno di noi può, se ne ha coraggio, specchiarsi e riconoscersi, alzando lo sguardo ben oltre le nostre quotidiane ritualità».
Mariani si sofferma su uno dei tesori aperti: «Gli affreschi dipinti intorno al 1483 da Lorenzo D’Alessandro, definiti da Pietro Zampetti ‘uno dei momenti più alti della pittura a fresco del Quattrocento marchigiano’, all’interno dell’oratorio dell’ascensione al Palazzolo, insegnano a tutti noi come sia possibile godere della bellezza, nella certezza che quella distanza fisica oggi limitata, nell’opera d’arte da sempre, nei secoli e in silenzio, ha rappresentato quel valore insondabile dove talvolta la ‘distanza’, diversamente percepita, si riduce inesorabilmente.
Raccoglieremo anche le firme per avviare, con a fianco il Fai, quel percorso di recupero edilizio e strutturale necessario affinché l’opera non vada ulteriormente deteriorandosi».