FANO – “Il 4 maggio – scrive il Vescovo di Fano Armando Trasarti – entreremo in quella che comunemente viene chiamata “Fase 2” che avvia un processo di graduale ripartenza di tutte le attività.
In questo tempo la necessità di tutelare la vita e la salute, soprattutto dei più anziani, ma non solo, ha limitato fortemente l’azione pastorale della Chiesa. Una situazione che chiede ancora sacrificio, responsabilità e collaborazione.
Dalla positiva interlocuzione tra il Ministero dell’Interno e la segreteria della CEI vengono sintetizzate alcune indicazioni utili ai parroci e alle comunità in riferimento alla possibilità di celebrare le esequie.
È questo un modo per confermare la vicinanza della comunità cristiana a coloro che nella morte di una persona cara sono state particolarmente ferite da questo tempo di prova.
Sarà inoltre un’occasione per sperimentare la modalità di partecipare alle assemblee eucaristiche domenicali quando tornerà ad essere possibile e verrà indicato.
INDICAZIONI PER LA CELEBRAZIONE DEI FUNERALI
- I partecipanti alla celebrazione devono indossare idonei dispositivi di protezione delle vie respiratorie e rispettare rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
- Possono partecipare al rito i familiari e comunque fino a un massimo di 15 persone.
- Il luogo in cui possono essere celebrate le esequie è la chiesa parrocchiale (ricordiamo che non deve esserci l’acqua benedetta nelle acquasantiere) o un luogo all’aperto antistante. Si consideri anche l’ipotesi di celebrare all’aperto nelle aree cimiteriali ove vi sia la possibilità di mantenere un adeguato distanziamento fisico.
- Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri, sia garantita da un addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner. Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C.
- Questa disposizione è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto. Per chiedere la deroga a tale indicazione per la misurazione della febbre anche all’aperto è necessario contattare il sindaco del proprio comune.
- La celebrazione deve svolgersi in un tempo contenuto ma comunque adatto a garantire la dignità della celebrazione.
- Rispetto alle diverse modalità di celebrazione esequiale (nella messa o nella liturgia della Parola) preme comunque sottolineare l’importanza dell’ascolto della Parola di Dio: è infatti la parola di Dio che proclama il mistero pasquale, dona la speranza di incontrarci ancora tra le braccia del Padre, ravviva la pietà verso i defunti ed esorta alla testimonianza di una vita veramente cristiana.
– Per quanto riguarda la celebrazione esequiale nella liturgia della Parola si faccia riferimento al Rito delle esequie nn. 74-108. Nel caso delle esequie nella liturgia della Parola prima della cremazione si faccia riferimento al Rito delle esequie nn.168-177. Si suggerisce, dopo l’ascolto della Parola e la breve omelia, di professare la fede con la recita del Credo.
– Per quanto riguarda la celebrazione delle esequie nella Santa Messa di seguito trovate alcune indicazioni particolari:
– È vietato il contatto fisico nello scambio di pace
– Nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti, dove i fedeli sono disposti nel rispetto della distanza sanitaria. Il presbitero indossi la mascherina, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca, e mantenga a sua volta un’adeguata distanza di sicurezza. La distribuzione dell’Eucaristia avvenga dopo che il celebrante abbia curato l’igiene delle proprie mani; lo stesso abbia cura di offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli, senza venire a contatto fisico con esse.
- Dopo la liturgia della Parola o la Messa esequiale si compie il rito dell’ultima raccomandazione e del commiato. È un rito esprime l’ultimo saluto rivolto dalla comunità cristiana a un suo membro, prima che il corpo sia portato alla sepoltura. È vero che c’è sempre, nella morte, una separazione, ma i cristiani, membri come sono di Cristo e una sola cosa in lui, non possono essere separati neppure dalla morte.
- Nell’ultima raccomandazione e commiato, come previsto dalle Premesse generali al Rito delle esequie, si dispone per ragioni pastorali che l’incensazione della salma venga omessa e ci sia solo l’aspersione con l’acqua benedetta in ricordo del battesimo.
- Al termine della celebrazione i partecipanti si allontanino dal luogo evitando la formazione di assembramenti ovvero di cortei di accompagnamento di trasporto del feretro.
- Se le esequie si svolgono in chiesa, al termine della celebrazione la chiesa va sanificata e igienizzata regolarmente, mediante pulizia delle superfici e degli arredi con idonei detergenti ad azione antisettica. Tale sanificazione deve avvenire con alcool o con cloro diluito allo 0,1% secondo le indicazioni del governo.
- Al termine di ogni celebrazione si dovrà favorire il ricambio dell’aria, utilizzando l’impianto di ventilazione esistente, oppure spalancando porte e finestre per un tempo adeguato.
- Probabilmente celebrando le esequie nella liturgia della Parola nell’area cimiteriale all’aperto si può essere vicini alle famiglie nel lutto, garantire dignità alla celebrazione e viverla con maggiore serenità. Nel rispetto delle disposizioni per la salvaguardia della salute pubblica ogni parroco con la propria comunità valuti comunque la forma celebrativa in modo da assicurare in qualunque circostanza dignità alla celebrazione. Si tenga conto anche dell’orientamento della Vicaria di appartenenza per un’azione unitaria di Chiesa.
- Il parroco è tenuto a informare tutti i fedeli e chiunque partecipi alla celebrazione circa le disposizioni di sicurezza sopraindicate e si raccomandi di non accedere alla chiesa e di non partecipare alle celebrazioni esequiali qualora sono presenti sintomi di influenza o vi è stato contatto diretto con persone positive a SARS-COV-2 nei giorni precedenti.
- Il parroco si assume la responsabilità pastorale e civile di quanto attua.
Mi rendo conto – scrive Trasarti – che quanto stabilito corre il rischio di essere una norma fredda e impersonale. Sono certo al contrario che tutto questo è generato dalla carità che ci vuole attenti alla vita delle persone che siamo chiamati a servire.
È in questa linea che ho scritto una lettera a tutte le famiglie colpite dalla morte a causa della pandemia e so che molti di voi la consegnano ai parenti dei defunti quale semplice atto di vicinanza e di consolazione della nostra Chiesa locale.
Nell’essenzialità a cui siamo chiamati in questo tempo, attraverso il rito occorre comunicare a chi è ferito dal mistero della morte che nulla potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù. Cerchiamo dunque di non scoraggiarci davanti alle difficoltà ma mettiamoci a fianco di chi è nella sofferenza, illuminati dalla Parola di Dio e dalla liturgia”.