FANO – Ricominciamo! E’ il grido di battaglia che si ode a destra e a manca in questi giorni drammatici non meno che convulsi, nei quali tutti si sentono autorizzati a dire di tutto, corredato dal suo esatto contrario. Lo fanno con naturale spregiudicatezza, figlia di imperdonabile stupidità.
A una tale litania di strepiti isterici non poteva ovviamente esimersi dal prender parte il mondo del calcio che, intendiamoci, è al momento l’ultimo dei problemi anche se resta pur sempre un problema, non fosse altro che per le stucchevoli alzate d’ingegno di chi lo governa.
Pare in effetti che alberghi in molti l’irresistibile frenesia di ripartire con l’attività agonistica ad ogni costo e in barba alle più elementari norme di salute pubblica.
Si tratta di ammirevole volontà di guardare avanti? O di encomiabile desiderio di riscatto di fronte al male imperante? Ovvero della condivisibile intenzione di regalare alle masse un meritato momento di sollievo?
Nossignori. Ad animare il fronte della ripresa senza se e senza ma sono bassi interessi di bottega, meschine ragioni di cassa.
Non a caso in testa al rumoroso corteo vi sono le società di A e B, che traggono la ragione stessa della propria sopravvivenza dai cospicui diritti televisivi e che senza quel provvidenziale salvagente sarebbero da un pezzo alla canna del gas.
Molto più ragionevole e ancorato alla realtà l’approccio della terza serie, presso i cui vertici patron Gabellini sembra vantare agganci sempre più influenti. L’orientamento prevalente è quello di fermarsi in maniera definitiva, neutralizzando di fatto la stagione con la promozione delle prime di ciascun girone e di una quarta squadra proveniente dal sorteggio, con contestuale blocco delle retrocessioni.
Sarebbe una saggia decisione, che oltretutto farebbe il gioco di un’Alma che alla vigilia dello stop forzato figurava ultima in classifica a pari merito con il Rimini e obiettivamente aveva ben poche possibilità di garantirsi la permanenza nella categoria, nonostante il pur tradivo ricorso al taumaturgo Alessandrini.
Il club granata avrebbe in tal caso modo di riflettere sugli errori commessi, quest’anno come non mai, e di impostare un programma a medio-lungo termine finalmente credibile. Per ripartire, quando sarà ora e in condizioni di imprescindibile sicurezza, con la speranza di arrivare concretamente da qualche parte che non sia il rovinoso precipizio.