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“Fanesi” senza Alberto

Un anno fa scompariva Alberto Berardi. Il ricordo del professor Giuseppe Franchini.

alberto berardiFANO – La sua “verve” politica e polemica, ma anche appassionata di cultura, si è spenta un anno fa, nel silenzio e nel vuoto di drammatiche e assurde giornate, che hanno negato il valore di essere comunità e che ancora ci angosciano, impedendo il commosso omaggio a un fanese, che ha “vissuto” la città.

Alberto se ne è andato un anno fa in punta di piedi, ma non era certo nel suo stile, senza il pubblico riconoscimento di quanti  hanno avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo o che con lui si sono aspramente scontrati nella dialettica delle idee.

Una personalità complessa, non passava certo inosservata, come non cadevano nel nulla le sue prese di posizione, per cui stima e amicizia profonde si mescolavano anche a conflittualità violente e aspri dissidi.

Con Alberto era così, ma lui interpretava il cuore fanese, poteva piacere oppure no, ma consenso o dissenso rendevano vivo un incontro, memorabile una serata insieme.

Quindi senza cadere nella logica dell’agiografia e senza esprimere valutazioni retoricamente positive, spesso date con generosità a chi toglie il disturbo, si può affermare che Alberto esprimeva gli umori profondi della città, la quale meritava una figura come lui, che, se non ci fosse stata, avremmo dovuto inventarla.

A Fano ha dato spesso la scossa del confronto polemico, rendendola più viva  e costringendola a guardarsi dentro e interrogarsi. Ci mancherà il personaggio, appariscente nelle sue sciarpe dai vivaci colori e con il Borsalino a larga tesa. Ci mancherà la persona di cultura ad ampio raggio, spesso ruvida e scomoda, se vogliamo divisiva.

Fanese doc, originario del borgo, grandi curiosità e aperture, lo zio prete don Guido Berardi, amava come pochi il carnevale, grande festa di popolo ed ebbe la geniale idea di  legarlo ad un premio Nobel, Dario Fo, per dare alle sue antiche origini un  substrato antropologico.

Passione e tenacia invece nel ripercorrere le vicende del trafugamento della statua “Atleta” di Lisippo, fino a una battaglia legale contro il potente Paul Getty Museum.

Ma poi, ma forse da sempre, l’impegno politico e amministrativo, nel solco mazziniano-repubblicano, nella città e nella Provincia di Pesaro e Urbino, promotore delle bellezze artistico-monumentali, la romanità soprattutto, grazie al bel progetto “La via Flaminia”.

Sogni idealità visione prospettica vissute con passione  e competenza, amore per i luoghi e le sue persone, dipinte con occhio acuto e indagatore, ora indulgente ora pungente, come ci ha raccontato  la rubrica, “ Fanesi”, per anni tenuta sul Giornale del Metauro.

Giuseppe Franchini

In occasione del primo anniversario della scomparsa sarà celebrata una Santa Messa sabato 20 marzo alle ore18.30 nella Cattedrale di Fano.

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