Il Metauro
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Emergenza climatica, giovani fanesi delusi dalla politica

Il rammarico di Matteo Mariotti per le promesse non mantenute dalla politica locale

 

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Matteo Mariotti

FANO – Dalle parole occorre passare ai fatti si potrebbe riassumere così l’ultima dichiarazione di Matteo Mariotti, portavoce di FridaysForFuture Fano che, in un comunicato, non nasconde la sua delusione verso la politica.

E’ chiaro che la politica non può semplicemente partecipare alle manifestazioni accanto ai giovani ma deve trovare il modo di agire, per quanto di sua competenza. Era quanto i giovani si sarebbero attesi dal consiglio comunale di Fano con la dichiarazione dello stato di emergenza climatica che, ancora oggi, non è ancora arrivata.

“Con estremo rammarico – scrive Matteo Mariotti – mi trovo qui a scrivere queste poche righe piene di delusione verso l’amministrazione comunale e verso chi si è preso l’importante carico politico e simbolico di presentare la mozione sulla dichiarazione di emergenza climatica.

Dopo lo sciopero del 25 settembre, che ha visto protagonisti me e i tanti ragazzi di FridaysForFuture insieme ai ragazzi di Urbino in piazza XX settembre, eravamo stati chiari: ci volevamo porre l’obiettivo di far dichiarare al Comune di Fano l’emergenza climatica, ma ciò non è ancora accaduto. Durante ogni sciopero abbiamo interloquito con i nostri ragazzi in modo sincero ponendoci sempre obiettivi chiari e trasparenti che fino a qui abbiamo sempre rispettato.

Dal divieto di fumo in spiaggia, al collaborare in alcune pulizie della città fino ad arrivare alle manifestazioni, ci siamo sempre battuti per l’ambiente e per una città migliore.

Come avrete notato, ho sempre parlato in prima persona plurale quando mi trovavo a scrivere comunicati per conto di FridaysForFuture Fano, stavolta voglio scriverlo in prima persona perché mi voglio scusare, per primo, per questa dichiarazione di emergenza climatica che tarda ad arrivare. Mi attiverò quindi, con tutte le mie possibilità, per cercare di poter realizzare questo obiettivo prima del prossimo (ormai quinto) sciopero globale”.

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